La Nuova Sardegna

Oristano

Il Parco delle polemiche

di Caterina Cossu
Il Parco delle polemiche

Viale Repubblica: i genitori chiedono al Comune pulizia e vigilanza, anche con le telecamere

08 aprile 2014
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ORISTANO. Francesco Angioni ha un figlia di 7 anni. Qualche anno fa, la bimba giocava nei vecchi scivoli di legno del parco comunale e una grossa scheggia gli si conficcò nella mano, scatenando la rabbia dei genitori e un mare di polemiche. «Un episodio molto brutto per lei e che ci fece preoccupare non poco – ricorda il genitore – già da allora predico la chiusura del parco, imprescindibilmente associato a un sistema di video sorveglianza su tutto il perimetro del recinto”. Eccoli qui, genitori e figli, nel parco di viale Repubblica durante le prime giornate di primavera. Con le stesse paure e le stesse richieste che predicano da anni, ma che nessuno in Comune ha mai ascoltato. «Un muro e un cancello, da soli, non basterebbero – riprende Francesco Angioni, pensando alla furia scatenata dei vandali, che più volte ha reso il giardino della città un vero campo minato per i più piccini – mi sentirei più tutelato con la presenza di telecamere, per mia figlia soprattutto. La chiusura ha poi come conseguenza una gestione e dunque una cura maggiore e più attenta del luogo, oltre alla creazione di qualche posto di lavoro». Qui tutti i genitori pensano al parco di Palmas Arborea, dove «magari non ritirano regolarmente la spazzatura dai cestini, ma almeno siamo certi che i giochi sono trattati bene». Anche Annalisa Porcu, che ha un bimbo di 3 anni, vorrebbe che il parco fosse chiuso. «Sarei molto più tranquilla e anche la video sorveglianza non mi dispiacerebbe. Quando i bambini diventano grandi si spostano per tutto il parco ed è difficile tenerli d’occhio. Le telecamere darebbero comunque la sicurezza che qualcuno li vede sempre, le mamme sarebbero più rilassate», dichiara. Monica Tuveri butta un occhio contemporaneamente a 3 figli, il più grande ha 8 anni e corre, gli altri sono sulle altalene.

«Vorrei che il parco fosse recintato, chiuso nelle ore notturne e soprattutto vigilato. I bambini sarebbero i primi a essere più controllati, tanto per cominciare scongiureremmo la più grande paura qui, cioè la possibilità che scappino in strada e vadano incontro alle macchine – analizza la donna – perchè il parco è una questione prima di tutto di sicurezza. Sarebbe anche un buon sistema per la lotta al vandalismo, dato che il Comune ha anche speso soldi per mettere i giochi nuovi. Inoltre, c’è sempre il pericolo che i bambini trovino qualcosa di pericoloso tra l’erba, chiudere il parco vorrebbe dire anche una manutenzione più agevole e controllata». Simone Marongiu ha un figlio di 5 anni ed è l’unico scettico sull’eventuale chiusura. «Sembra quasi lanciare una sfida a questi vandali, come a dirgli vediamo se ora ce la fate lo stesso. Si può lasciare anche aperto, costerebbe molto meno mettere solo le telecamere, con un’efficacia deterrente molto più incisiva».

Con lui, è d’accordo anche la moglie, Antonella Tratzi. «Non sarebbe male iniziare a pensare all’educazione di questi giovani con un buon corso di educazione civica a scuola, dove si impari a rispettare le cose di tutti, soprattutto i giochi dei bambini».

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