La Nuova Sardegna

Oristano

Da Samugheo un vino con l’etichetta in caratteri Braille

SAMUGHEO. Antonio Coco, presidente della cantina cooperativa di Samugheo (che conta una quindicina di soci), qualche anno fa ha fatto una scommessa che si sta rivelando vincente: il recupero della...

05 aprile 2014
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SAMUGHEO. Antonio Coco, presidente della cantina cooperativa di Samugheo (che conta una quindicina di soci), qualche anno fa ha fatto una scommessa che si sta rivelando vincente: il recupero della struttura che ospitava la cantina, inattiva da oltre 20 anni, e la produzione di un vino di grande spessore, il Samak, con l’etichetta in Braille per consentire a non vedenti e ipovedenti di leggere con l’uso delle dita caratteristiche e composizione. «L’idea dell’etichettatura in Braille – ha detto Coco durante la presentazione delle bottiglie dell’annata 2011 – la devo a mia madre, che è ipovedente. Pensando a lei mi sono posto il problema che vivono le persone che hanno quel problema. Allora mi sono chiesto: perché non etichettare il nostro prodotto in Braille? Ho proposto l’idea agli altri soci che l’hanno approvata subito. Il resto lo ha fatto l’impresa di elaborazioni grafiche che ha stilizzato il nome del nostro vino: Samak».

Il prodotto, vinificato con uve cannonau, bovale e monica del Madrolisai, presentato nella sala conferenze della Camera di Commercio oristanese dal presidente della cantina, Antonio Coco, e dal sindaco di Samugheo, Antonello Demelas, è stato accolto con entusiasmo dal presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi Aldo Zaru.

«Per chi come noi vive quotidianamente una situazione di disagio – ha detto Zaru –, l’iniziativa promossa dal presidente Antonio Coco non può che essere accolta favorevolmente, e non faremo mancare il nostro sostegno alla diffusione del prodotto, tra l’altro di ottima qualità».

Antonello Demelas, non ha dubbi: «Iniziative come questa – ha detto – contribuiscono positivamente alla qualificazione del nostro territorio. Per questo motivo l’amministrazione comunale non farà mancare il suo sostegno ai produttori rappresentati dal presidente Coco».

Il Samak, vinificato in una altro stabilimento in attesa che la cantina sia in grado di farlo in proprio, è stato seguito in tutte le sue fasi dall’enologo spagnolo Andres Garcia. Si tratta di un rosso Igt, prodotto in circa 9 mila bottiglie, ha incontrato subito il favore dei consumatori. Il vino (costo 6-7 euro la bottiglia) ben si accompagna alla cucina sarda. «Il marchio – conclude Coco – rappresenta la lettera “S” dell’alfabeto fenicio che in quella lingua ha il significato di “punto d’appoggio o pilastro”. Il nome “Samak”, secondo alcuni storici e nella tradizione orale del luogo fa ritenere che fosse quello originario del villaggio di Samugheo». Piero Marongiu

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