La Nuova Sardegna

Oristano

I Giganti di Mont’e Prama tornano a Cabras

I Giganti di Mont’e Prama tornano a Cabras

Oltre mille persone erano presenti all’inaugurazione della mostra. Gli archeologi presto torneranno a scavare

22 marzo 2014
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CABRAS. Erano più di mille questo pomeriggio a Cabras alla inaugurazione della mostra dei Giganti di Mont'e Prama. Sei gli esemplari, più quattro modelli di nuraghe, che hanno trovato spazio nelle due sale allestite per loro nel Museo civico del paese sulle rive dello stagno a pochi chilometri in linea d'aria dalla collina, detta appunto di Mont'e Prama, dove 40 anni fa furono scoperte grazie all'intuito di alcuni agricoltori che aravano un terreno della confraternita del Rosario. «Un punto d'arrivo importante, ma soprattutto un punto di partenza» ha spiegato il sindaco Cristiano Carrus dando appuntamento a tutti entro i prossimi tre anni per la inaugurazione del nuovo e già finanziato museo progettato proprio per ospitare la quasi totalità dei giganti di Mont'e Prama, compresi quelli che da stamattina si possono ammirare nelle sale del Museo archeologico nazionale di Cagliari.

In prima fila, tra le tante autorità, l'assessore regionale alla Cultura Claudia Firino, il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu, il sovrintendente per i beni archeologici Marco Minoia, l'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci («ammiriamo e mostriamo la meravigliosa grandezza della civiltà sarda» ha detto l'ex governatore), il deputato oristanese Caterina Pes e anche l'arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna, che è di fatto il proprietario del terreno nel quale furono rinvenuti i giganti di arenaria. Terreno dove presto, col pieno consenso della Diocesi, torneranno a lavorare gli archeologi. Lo ha confermato il soprintendente Minoia, ricordando che di fatto la campagna di scavo seguita al casuale ritrovamento del 1974 ha interessato quasi certamente solo una piccola parte di un sito archeologico che potrebbe riservare ancora importanti sorprese. Al tesoro archeologico, da oggi visibile nelle due esposizioni di Cagliari e Cabras, la cittadina lagunare affida molte speranze. In particolare quella di uno sviluppo turistico che finora non c'è stato nonostante le grandi potenzialità di un territorio ricchissimo di beni ambientali, come le spiagge di quarzo del Sinis, e di beni culturali, come le rovine di Tharros.

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