La Nuova Sardegna

Oristano

Droga tra minorenni, cresce l’allarme dopo gli ultimi arresti

di Elia Sanna
Droga tra minorenni, cresce l’allarme dopo gli ultimi arresti

Il caso del traffico e del consumo di stupefacenti non riguarda solamente il quartiere di Torangius

19 marzo 2014
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ORISTANO. Non siamo all’emergenza, ma c'è preoccupazione in tutto il capoluogo dopo la vicenda dei piccoli spacciatori scoperti dalla polizia a Torangius. Un gruppo di minorenni attirato dai facili guadagni spacciava la droga ad altri adolescenti anche nelle scuole. Hascisc e marijuana infatti venivano venduti ai coetanei non solo nel popoloso quartiere, ma anche nel resto della città e sempre con maggiore intensità anche di fronte alle scuole.

Secondo quanto ha accertato l’inchiesta della polizia, l’organizzazione messa in piedi da Giorgio Casu e dai suoi due attendenti Fabio Pinna e Sabrina Defraia, aveva il suo business proprio tra i palazzi di Torangius, zona storicamente ritenuta ad alto disagio sociale. Per comprare la droga molti ragazzi rubavano nelle loro case ed è proprio da questi episodi che è nata l'indagine della polizia, con la scoperta di una rete di spaccio che ricorda molto da vicino la realtà di Napoli e dei quartieri degradati delle periferie delle grandi città.

Sono stati i genitori dei ragazzi a segnalare alle forze dell’ordine questi episodi. Ma il fenomeno non riguarda solo Torangius, dove ieri in tanti parlvano dell’inchiesta e degli arresti. Sono tanti quelli che non accettano l’etichetta di quartiere ghetto. Il parroco di San Paolo è fresco di nomina, guida infatti la parrocchia solo da settembre e ha bisogno di tempo per conoscere i parrocchiani e capire la realtà di un quartiere con tanti problemi: «Le devianze giovanili non nascono solo in quartieri come il nostro – ha osservato don Maurizio Spanu –, ma sono diffuse anche in altre zone delle grandi città. Certo dopo la cresima i ragazzi che lasciano l’oratorio sono sempre di più e quindi sono maggiormente indifesi. Sono comunque parecchi coloro che frequentano la chiesa e non è certo pensabile dare le colpe solo alle famiglie o alla scuola. In così poco tempo non ho avuto modo di rendermi conto di quanto stava accadendo – ha aggiunto don Maurizio –, ma oggi con la diffusione delle notizie si parla di questo problema. Tutti insieme, genitori, insegnanti e istituzioni hanno il dovere di collaborare per impedire che possano nascere altre gravi situazioni come questa».

L’argomento delle devianze minorili verrà portato al più presto all’attenzione della giunta comunale dall’assessore ai Servizi sociali. «Quanto è accaduto ci dice che la situazione è grave – ha ammesso Maria Obinu – e c’è l’urgenza di potenziare le nostre attività in difesa dei minori. Con alcuni progetti come Integra che sostituiscono le misure di detenzione, abbiamo avuto in affidamento in prova diversi minorennii. Ci sono anche degli sviluppi positivi – ha osservato –. Certo, non bastano ed è necessario il coinvolgimento di tutte le istituzioni. Ad ogni moso, non tutti i ragazzi provengono da Torangius, ma anche da altri quartieri della città».

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