La Nuova Sardegna

Oristano

Per il parco eolico sul Monte Arci si attende la Consulta

di Elia Sanna

Si complica la battaglia tra Enel Green Power e Regione, dopo la mancata dismissione delle pale da parte del gestore

07 marzo 2014
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ALES. Sarà la Corte costituzionale a fare chiarezza sulla battaglia legale avviata dall'Enel Green Power contro la Regione Sardegna per la realizzazione del nuovo parco eolico del Monte Arci. È stato la prima sezione del Tar Sardegna a sospendere il giudizio sul ricorso presentato dall'Enel dopo che la Regione aveva dichiarato, nel 2011, non ammissibile l'istanza di Via (valutazione di impatto ambientale), per il progetto di rifacimento di un impianto eolico nei Comuni di Ales, Morgongiori e Pau, sul Monte Arci. I giudici amministrativi hanno dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della Legge finanziaria della Regione del 2007 ed hanno così sospeso il giudizio sino alla decisione della Corte Costituzionale che aveva avanzato l'illegittimità costituzionale di quella legge.

Un ulteriore e inatteso intoppo questo che farà slittare ancora la decisione da parte del tribunale amministrativo. La partita resta aperta con tutti i dubbi che sulla vicenda avevano espresso non solo la Giunta Regionale ma anche le amministrazioni comunali dei tre comuni dell'Oristanese. La lunga telenovela era iniziata nel 2000 quando l' Enel Green power Spa, il braccio "verde" del maggiore operatore elettrico nazionale, aveva deciso di dismettere l'impianto eolico, 33 pale, sul Monte Arci. L'accordo con la Regione prevedeva lo spostamento dell'impianto, con una maggiore potenza, nel Sulcis. In cambio l'Enel doveva bonificare il sito.

Un anno dopo la società presentò negli uffici della Regione un’istanza finalizzata ad ottenere l’avvio della procedura di Via che prevedeva la sostituzione di 13 impianti eolici esistenti con nuovi aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 2,3 Mw, e la rimozione di tutte le rimanenti 21 macchine. L'assessorato regionale dell'industria dichiarò non ammissibile il progetto, che veniva qualificato come nuovo impianto, in quanto non ricadeva nelle aree ammissibili alla installazione, come individuato dal Ppr. La decisione dell'Enel di ritornare indietro su quell'accordo scatenò una guerra che coinvolse così sia la Regione che i comuni di Ales, Morgongiori e Pau.

I primi cittadini stanchi del non rispetto degli accordi sulla mancata bonifica del sito sul Monte Arci presentarono una denuncia alla magistratura. Venne contestato non solo il mancato risarcimento per la dismissione della centrale eolica ma sopratutto lo stato di totale di abbandono delle aree oggetto della convenzione che penalizzavano il sistema ambientale, naturalistico e paesaggistico del Monte Arci, trasformato a tutti gli effetti in una sorta di discarica “tecnologica”.

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