La Nuova Sardegna

Oristano

Fu gettato nelle foibe, al tenente Mastinu la medaglia d’oro

Fu gettato nelle foibe, al tenente Mastinu la medaglia d’oro

Il presidente della Repubblica Napolitano consegnerà il riconoscimento ai familiari dell’ufficiale di Tresnuraghes

05 febbraio 2014
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TRESNURAGHES.. Il prossimo dieci febbraio, in occasione della celebrazione nazionale per il “Giorno del ricordo”, istituita per ricordare le vittime delle Foibe, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegnerà nelle mani del nipote Giancarlo Mastinu una medaglia in ricordo del sacrificio del tenente colonnello dei Bersaglieri Giovanni Mastinu, nato nel 1922 a Tresnuraghes, fucilato dopo un tentativo di fuga e infoibato ad Ajdussina, in Slovenia, nel maggio del 1945.

Il riconoscimento della medaglia è stato deciso dalla apposita Commissione, istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri, dopo l’esame della documentazione presentata nei mesi scorsi da Giancarlo Mastinu. Che sottolinea l’avvenimento anche sotto altri aspetti. “Il riconoscimento, oltreché molto importante per la mia famiglia, assume a mio parere un valore  particolare anche per la Sardegna (mio zio è a per quanto mi risulta il primo ed unico sardo a cui, per meriti, viene riconosciuta questa medaglia), e per il Comune di Tresnuraghes, che vede un suo illustre concittadino insignito di una onorificenza che, come sappiamo, ha un profondo significato di riconciliazione nazionale” afferma infatti il nipote del militare.

Un ricordo doloroso per l’intera nazione quello delle Foibe, dove vennero perpetrati gli eccidi, in particolare ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, nella seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Quando, nei grandi inghiottitoi carsici (chiamati foibe) furono gettati i corpi di migliaia di militari e civili italiani.

Giovanni Mastinu era tenente colonnello del battaglione bersaglieri Mameli, di stanza ai confini orientali tra il 1943 ed il 1945. L’intero contingente, circa cinquecento uomini, dopo l’armistizio si consegnò con la promessa di liberazione, anche se l’ufficiale di Tresnuraghes e altri graduati erano contrari e temevano che la parola non sarebbe stata rispettata. Fatto che a quanto pare si verificò, così mentre la colonna era in viaggio verso un campo della Slovenia un gruppo di soldati tentò la fuga per sfuggire alle percosse e alla prigionia.

Presi dai partigiani di Tito furono fucilati ed i loro corpi, tra cui quello di Giovanni Mastinu, gettati in una foiba. “Risalito a tutte le fonti ufficiali su quel periodo, di questa vicenda infatti parlano diversi testi e testimonianze, ho presentato una domanda alla commissione della presidenza del Consiglio ed a mio zio è stata assegnata la medaglia commemorativa” conclude Giancarlo Mastinu. (al.fa.)

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