La Nuova Sardegna

Oristano

Lo Sbaracco non si farà Commercianti infuriati

di Michela Cuccu
Lo Sbaracco non si farà Commercianti infuriati

Manifestazione annullata a causa di un numero insufficiente di adesioni I titolari dei negozi si mostrano increduli: «Nessuno ci ha avvertito»

03 novembre 2013
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ORISTANO. È il segno di una città commerciale ormai in crisi profonda, la cancellazione, all’ultimo momento, dell’edizione autunnale de “Lo Sbaracco”. Uno stringato comunicato dell’Ascom e del Centro commerciale naturale, promotori dell’iniziativa che nelle precedenti edizioni aveva ottenuto un discreto successo, diffuso giovedì pomeriggio, spiega come l’annullamento della manifestazione, prevista per domenica prossima, 10 novembre, sarebbe stato determinato dallo scarso numero di adesioni da parte dei commercianti.

Adesioni così ridotte da non permettere neppure la copertura delle spese organizzative. Insomma, niente bancarelle con rimanenze e occasioni che, anche nell’ultima edizione che si era tenuta a maggio, avevano attirato tantissima gente. Clienti attratti sicuramente dalla possibilità di concludere buoni affari, ma anche dalla curiosità di trascorrere una domenica diversa in una città che raramente si propone nei giorni di festa con le serrande dei negozi sollevate.

Evidentemente un numero abbastanza consistente di commercianti, tali almeno da determinare la cancellazione dell’iniziativa, ha ritenuto di non dover partecipare. Gli altri, ovvero coloro che i 25euro di contributo li avevano versati, sono rimasti letteralmente con un palmo di naso. Almeno è questa la reazione raccolta ieri mattina attraverso una serie di interviste raccolte fra i negozianti. «Non ci credo, è una balla!», è stata la prima risposta di Alessandro Guidi, titolare di un negozio di oggettistica e articoli da regalo «annullare la manifestazione di punto in bianco ha il senso di una pazzia. Raramente abbiamo l’occasione di vivacizzare le vie del centro anche nei giorni di chiusura canonica, poi, con questo autunno che sa d’estate di gente ne sarebbe venuta tanta». E ricorda i risultati positivi dell’ultima edizione: «Tanto che io di sera aprii di nuovo il mio negozio, anche se la manifestazione era circoscritta al mattino. Anche di sera la gente uscì, entrò in negozio, guardò, qualcuno comprò. Fu una bellissima esperienza. Peccato averla annullata».

Dello stesso parere anche Luca Piana, gioielliere, che ieri mattina quasi cadeva dalle nuvole, alla notizia della cancellazione dell’evento. «Francamente non ne sapevo nulla. È un peccato, anche se capisco che evidente, molti colleghi stanno attraversando un periodo talmente difficile da perdere anche ogni entusiasmo a qualsiasi iniziativa. Insomma, la crisi è tanto pesante che ci sta scoraggiando. Del resto la situazione è sotto gli occhi di tutti: basta guardarsi intorno per notare il numero sempre maggiore di negozi che hanno chiuso».

Appunto la crisi, che ha compromesso anche i risultati dei saldi estivi conclusi con un calo sensibile delle vendite, sarebbe alla base della scarsa adesione alla manifestazione. «Io almeno me la spiego così, anche se non ho mai partecipato a queste iniziative, neppure alle notti bianche, capisco che i colleghi che invece aderivano, questa volta abbiano preferito rinunciare – dice Alessandro Caboni, titolare della “Cappelleria Spada”, storico negozio di via Umberto – io stesso sto valutando la possibilità di andare in pensione e chiudere definitivamente l’attività. Per tanti motivi che non si circoscrivono alla crisi, ma si estendono anche ad una burocrazia sempre più complessa, insopportabile».

Anche Claudio Fanni, commerciante di calzature, ieri è rimasto quasi a bocca aperta «Non sapevo nulla della cancellazione della manifestazione. E dire che avevo preparato la merce e preso appuntamento con il tipografo per fare dei volantini pubblicitari. Peccato – aggiunge – era una bella cosa».

Carlo Casillo, commerciante di abbigliamento, ieri mattina era incredulo «Davvero mi pare impossibile che un pugno di mancate adesioni possano portare ad annullare una delle rare iniziative che vivacizzano il centro anche di domenica mattina, quando, di gente per strada ce n’è davvero poca». Come tanti altri suoi colleghi. «Certo, un’apertura ulteriore rispetto al normale calendario comporta sacrifici per i commercianti, ma il ritorno c’era. Perché la gente esce, vede, magari non compra subito. Però ritorna. E acquista» .

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