La Nuova Sardegna

CUGLIERI. L’audizione del direttore della Caritas cagliaritana monsignor Marco Lai presso la Terza Commissione della Regione, richiesta dal presidente della Conferenza episcopale sarda monsignor Arrigo Miglio avvenuta nella mattinata di giovedì scorso, pare non abbia aggiunto alcun elemento di novità alla vicenda relativa la concessione dell’ex Seminario Pontificio. Il colloquio, durato meno di un quarto d’ora, è servito soltanto a illustrare brevemente la proposta di riqualificazione dell’intera struttura fatta dai vescovi sardi, da più parti ritenuta lacunosa e poco chiara.

A suscitare qualche perplessità ai membri della Commissione sarebbe stata la parte relativa ai finanziamenti necessari per il recupero dei locali, quantificata in circa 6 milioni di euro da spendere in tre fasi diverse. Secondo quanto si legge nel documento presentato alla Terza Commissione dai vescovi sardi, i soldi dovrebbero arrivare dai fondi strutturali che l’Unione Europea destina alle Regioni per lo sviluppo. Ma non è detto che le risorse necessarie non possano provenire anche da altre fonti, per ora riservate.

La richiesta della Ces però non è la sola, ed è arrivata dopo quella presentata dal Priore generale dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, monsignor Gilles Wach, al presidente Cappellacci nell’aprile del 2012. L’istituto rappresentato da monsignor Wach opera in varie parti del mondo, ed è stato riconosciuto di Diritto Pontificio da Papa Benedetto XVI. Lo stesso Cappellacci, rispondendo alla lettera di Wach, si era espresso favorevolmente a quella richiesta e aveva incaricato gli uffici competenti di acquisire gli elementi di valutazione necessari per dare corso alla richiesta. Poi è arrivata la manifestazione di interesse della Ces e ha rimesso tutto in discussione. A fronte della nuova richiesta Cappellacci, poco prima della visita in Sardegna di Papa Francesco, aveva dichiarato alla stampa di essere intenzionato a concedere il complesso dell’ex Seminario ai vescovi sardi suscitando polemiche e perplessità, anche perché questi ultimi l’avrebbero chiesta in comodato d’uso gratuito mentre i vertici dell’Icrsc a titolo oneroso. «Noi – dice Giuliano Sonnini, membro del comitato spontaneo costituitosi in paese – non abbiamo preferenze. L’importante è che dalla concessione della struttura derivi un vantaggio per la nostra comunità». Intanto, visto che le manifestazioni di interesse al momento sono due, l’ipotesi più probabile è che la Regione bandisca una gara di evidenza pubblica che consenta l’aggiudicazione della struttura a chi avrà fatto l’offerta migliore.

Piero Marongiu