La Nuova Sardegna

Oristano

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Vendemmia con uve meno dolci ma in grande quantità

MOGORO. Tutto lasciava presagire che si fosse di fronte a una di quelle annate vinicole che fanno gridare all’eccellenza, invece ecco la sorpresa: a pochi giorni dall’apertura della campagna di...

24 settembre 2013
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MOGORO. Tutto lasciava presagire che si fosse di fronte a una di quelle annate vinicole che fanno gridare all’eccellenza, invece ecco la sorpresa: a pochi giorni dall’apertura della campagna di conferimento, che alla cantina sociale “Il Nuraghe” ha preso il via giovedì scorso con il vermentino doc al quale giovedì e venerdì prossimi si aggiungeranno le bianche comuni e Igt, trebbiano doc, malvasia, moscato e nasco nonché le rosse sangiovese e monica per proseguire con le altre uve a bacca bianca e rossa, si respira infatti un po’ di delusione.

Soprattutto per quanto riguarda il grado zuccherino delle uve che mediamente risulta inferiore di due gradi rispetto alle scorse stagioni: 17 gradi le bianche e 19 i primi campionamenti sulle rosse. «Indicatori che ci offrono una duplice lettura. Se da una parte questo può significare vini più leggeri, in perfetta linea con le richieste del mercato – dice l’enologo Daniele Manca –, dall’altra ci troviamo di fronte a uve che non hanno raggiunto una maturazione ottimale». E a nulla servirebbe ritardare seppure di pochi giorni la vendemmia, anche e soprattutto perché c’è il reale rischio questo potrebbe comportare una esposizione ad eventuali attacchi di “botrite” (fungo che provoca la marcescenza degli acini) e alle muffe causate dall’alta umidità atmosferica. Il tutto come diretta conseguenza delle piogge di fine agosto-inizio settembre che hanno provocato un repentino abbassamento delle temperature le quali hanno bloccato la piena e regolare maturazione delle uve. La speranza è che nelle prossime settimane il meteo venga incontro ai viticoltori riportando tutto nella norma.

«Ancora troppo presto, comunque, per un giudizio definitivo sull’annata vinicola. Per questo bisognerà aspettare ancora», è l’opinione del giovane enologo che sta raccogliendo l’eredità dei grandi maestri del vino targati Sardegna. E se la qualità delle uve, riferita alla loro maturazione non è delle migliori, di tutt’altro segno è invece quello attribuito alla quantità: «E’ da rilevare un aumento produttivo, che rispetto alla scorsa stagione si può quantificare intorno al 6-8% in più». Dice il presidente de “Il Nuraghe” Michele Cuscusa. Cosa che, tradotta in cifre, porterà la cantina sociale a superare i 16mila quintali di prodotto lavorato nella scorsa annata per attestarsi sui 20mila e più.

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