La Nuova Sardegna

Oristano

Parrocchie e giovani, ecco la rivoluzione di monsignor Sanna

di Mario Girau
Parrocchie e giovani, ecco la rivoluzione di monsignor Sanna

L’arcivescovo indice il Sinodo della Chiesa arborense La corresponsabilità nelle unità pastorali e il ruolo dei laici

21 settembre 2013
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ORISTANO. Una nuova stagione pastorale attende la Chiesa arborense. La decisione dell'arcivescovo di indire, il 12 ottobre, il sinodo diocesano, è segno delle numerose novità che a partire dall'autunno 2014 caratterizzeranno il mondo ecclesiale. La prima sarà la nuova configurazione delle parrocchie con la probabile istituzione delle unità pastorali, accorpamenti funzionali di più chiese. Altra novità, il ruolo sempre più responsabile dei laici frutto di una visione veramente comunitaria e conciliare del popolo di Dio. Sono previste iniziative organiche per la pastorale vocazionale: solo 15 preti hanno meno di 40 anni, dei 107 in organico poco più di 70 è veramente attivo. Altro impegno del 2014 le missioni rivolte ai giovani, nelle parrocchie e nelle foranie.

La novità dell'ultima provvista di parroci riguarda la nomina di un parroco e di tre amministratori parrocchiali tutti "ad annum". Vuol dire che tra un anno i quattro sacerdoti potrebbero essere trasferiti in altre realtà?

«Tra giugno e luglio, per motivi diversi, sono rimaste scoperte tre parrocchie. Alla vigilia del Sinodo sulla parrocchia non era possibile fare trasferimenti definitivi. Non si può celebrare un Sinodo su decisioni prese. Si deve celebrarlo su decisioni da prendere. Nel frattempo, non si potevano lasciare le parrocchie scoperte».

Lei motiva le nomine "ad annum" con la celebrazione, nel 2014, di un sinodo dedicato alla parrocchia. Quando è nata e perché la decisione di lanciare la Chiesa arborense in un'avventura sinodale ?.

«La decisione di celebrare un Sinodo sulla parrocchia è nata dopo la visita pastorale che ha favorito una conoscenza più approfondita della situazione delle nostre comunità parrocchiali e della necessità di un loro rinnovamento. La parrocchia è la figura più conosciuta della Chiesa per il suo carattere di vicinanza a tutti, di apertura verso tutti, di accoglienza per tutti».

Il sinodo presuppone un "camminare insieme" di clero e laici, compresi i battezzati che frequentano poco o niente la Chiesa. Quale è il piano ipotizzato, sia pure a grandi linee, per questo coinvolgimento totale?

«Il consiglio presbiterale e il Consiglio Pastorale Diocesano, tra qualche settimana, approveranno il regolamento operativo, che prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti pastorali della Diocesi».

Lei parla di un sinodo che darà norme concrete per il rinnovamento delle parrocchie, "in base alle quali si renderà necessaria una riorganizzazione della vita e delle attività delle comunità parrocchiali". Cosa merita di essere immediatamente rinnovato?

«Nella lettera pastorale che ho scritto in preparazione al Sinodo indico la sinodalità come la via privilegiata per trasformare la parrocchia in una comunità animata dallo spirito di unità. Le forme più comuni di sinodalità parrocchiale sono gli organismi di partecipazione, cioè i consigli pastorali parrocchiali e il consiglio per gli affari economici».

Nella sua diocesi ben 16 parrocchie teoricamente sarebbero senza parroco: infatti 13 sacerdoti hanno la cura di 29 comunità. Con questi numeri il rinnovamento sarà comunque difficile...

«Invece è proprio questa realtà che richiede il rinnovamento della parrocchia e che lo rende necessario. Secondo la Christifideles laici, la parrocchia si rinnova nella misura in cui il territorio è animato da una vita comunitaria reale. Bisogna promuovere la ministerialità e corresponsabilità di tutti gli operatori pastorali».

A meno di ricorrere in modo massiccio alla collaborazione dei laici. I sacerdoti accetteranno questa apertura ?

«Oggi come oggi, il parroco esiste e agisce per la comunità. La teologia del Vaticano II e la nuova situazione pastorale chiedono che il parroco concepisca se stesso come parroco nella e della comunità. Il risultato di questa concezione è che prima del parroco c'è la fede della comunità. Quando il parroco verrà trasferito, la fede della comunità permane e deve permanere».

Il futuro delle parrocchie è l'unità pastorale. A quale condizioni funziona bene?

«Gli organismi di partecipazione operano correttamente se tutti sono convinti che la Chiesa, quindi anche la parrocchia e la comunità pastorale, sono realtà di comunione e luogo di collaborazione e di effettiva corresponsabilità. La Chiesa popolo di Dio è costituita dai battezzati, aventi tutti la stessa dignità di figli di Dio e tuti la stessa universale vocazione alla santità, ma ognuno con la propria specifica vocazione, quindi con il proprio compito nella comunità cristiana».

Quali saranno i tempi e le tappe di attuazione del prossimo sinodo?

«Il Sinodo verrà indetto sabato 12 ottobre, nell'ambito della celebrazione del Convegno Ecclesiale Diocesano. La prima Assemblea per determinare le commissioni, il metodo di lavoro, la tempistica delle riunioni è prevista per il 24 novembre».

Perchè la scelta di una missione giovani a livello foraniale e diocesano? La diocesi di Oristano con due grandi impegni brucia le tappe di una rivoluzione che tra non molto potrebbe contaminare altre diocesi.

«L'impegno per una rinnovata pastorale giovanile è già iniziato con i campi scuola diocesani dell'estate scorsa e prosegue con due prossimi appuntamenti per i ragazzi delle scuole elementari e delle scuole medie. Sono fiducioso che ogni forania troverà il modo di convincere i giovani a essere protagonisti di cambiamento e di futuro».

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