La Nuova Sardegna

Oristano

Blitz “No golf” sui monumenti

Blitz “No golf” sui monumenti

Bosa, uno striscione senza firma affisso domenica fa irritare il sindaco Casula

20 agosto 2013
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BOSA. “No cemento No golf”. È un blitz “monumentale” quello che un gruppo di attivisti, ma non i comitati NoGolf si legge su Facebook, ha organizzato domenica pomeriggio nella città del Temo. Sistemando per qualche ora (e in siti alterni: dalle mura del castello di Serravalle alle spallette del ponte in trachite e infine sul lato est della torre aragonese dell’isola Rossa a Bosa Marina) un lungo striscione a caratteri rossi cubitali e neri dal chiaro significato.

Per il sindaco Pierfranco Casula il giudizio è netto: «Una vergogna, un eccesso, un gesto inconsulto», dice dello striscione fissato sui monumenti e comparso senza alcun via libera formale. La replica al primo cittadino è immediata: «Ma perché il Comune non ha risposto alla richiesta di affissione di manifesti no golf?», è una delle osservazioni.

Non si è ancora spenta l’eco di un articolo, l’ultimo di una lunga serie, pubblicato su Il Sole 24 Ore e dedicato alla costa del Grifone, non proprio benevolo sull’idea progetto del golf a Tentizzos, che un gruppo di attivisti dà vita a un flash mob stile Greenpace, con epicentro la città del Temo. Tutto si svolge pacificamente e per qualche ora (domenica) l’attenzione di cittadini locali e turisti, a ridosso del sonnacchioso ferragosto dedicato alle ferie, si sposta ai temi caldi del dibattito sull’opportunità o meno di prato, palline, mazze e cubature da sistemare sulla costa.

La tempesta però è in agguato, e si scatena improvvisamente ieri mattina nel mare virtuale dei social network. Quando, sul profilo Facebook del sindaco Pierfranco Casula, che ha visto in rete alcune fotografie, compare un post dall’inequivocabile tono. «Non è questo il modo di manifestare le proprie idee – scrive infatti Pierfranco Casula –. I monumenti sono monumenti e vanno rispettati: come volete (dite voi) salvare Tentizzos, avete il dovere civico e morale di tutelare i nostri monumenti. Così non si fa! Vergogna, avete tanti modi per far sentire la vostra voce, avete scelto quello più sbagliato! Già, il gesto eclatante? Mah…».

Le repliche dai vari toni in risposta, dal sarcastico al serioso, non si fanno attendere. Compresa quella che chiede lumi su costi e tematica (ritenuta sorpassata nel soggetto) del grande manifesto che all’ingresso di Bosa ricorda la Bitas 2013, la manifestazione che il Comune nel marzo scorso ha dedicato alla promozione turistica.

Alessandro Farina

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