La Nuova Sardegna

Oristano

Un referendum popolare per il progetto Condotte

di Alessandro Farina

Bosa, secondo alcune indiscrezioni l’idea comincia a circolare in Comune L’assessore Ubaldo Mozzo d’accordo con lo spostamento del golf a Sa Sea

03 agosto 2013
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BOSA. Si discute animatamente, anche in giunta comunale, della bozza di intenti tra l’amministrazione civica e Condotte Spa. Ma c’è chi pensa anche a un referendum popolare, per ascoltare il parere dei cittadini di Bosa sul progetto immobiliare-turistico della società. L’idea comincia a circolare in Comune. La bozza di intenti su cui si discute vuole essere un “documento aperto” aveva annunciato il sindaco Pierfranco Casula nella riunione, poi rivelatasi fiume, convocata lo scorso 22 luglio nell’aula consiliare di Piazza Carmine.

Termine evidentemente preso alla lettera anche da diversi componenti della locale cabina di regia amministrativa. Dove, se pure la rotta appare quella che punta a una sintesi comune, che permetta tra l’altro anche di arrivare uniti a fine legislatura nel 2014, sembra non manchino sfumature di colore diverse rispetto alla veduta del complessivo quadro generale, dipinto per ora nel documento di intenti.

«Auspico che il golf si possa realizzare a Sa Sea», afferma infatti, laconicamente, ma apertamente, l’assessore al bilancio Ubaldo Mozzo. Evidentemente non proprio convinto del prospettato green a Tentizzos e di cubature a Sa Miniera.

«La bozza del documento di intenti serve però a dare un indirizzo generale. Che permetta a Condotte di seguire una certa strada nella realizzazione di costosi progetti» rimarca poi l’amministratore. Secondo il quale «il vero perno su cui ruoteranno le concrete scelte della città sarà la definizione di un protocollo di intesa tra l’amministrazione e Condotte. Che detterà nello specifico le priorità di intervento, ad esempio». La partita a livello istituzionale, considerando anche il pensiero esplicitato dall’assessore Augusto Cherchi e dal vice sindaco Silvio Tanda nella sette ore di dibattito dei giorni scorsi, appare insomma in evoluzione.

Con la convinzione comune però che prima o poi un accordo bisognerà trovarlo. «Non può che essere così, dopo aver ascoltato le istanze e soppesato tutte le reali e utili possibilità per il futuro della città» conclude Ubaldo Mozzo.

Insomma la bozza di intenti potrebbe essere in varie parti rivista e ampliata prima di tornare in aula, forse preceduta da un pubblico dibattito. Ma il polso della situazione ed il tenore delle indiscrezioni sembra non lasciare spazio a stravolgimenti delle linee portanti rispetto all’attuale documento. Mentre la decisione ultima, anche dopo l’eventuale voto in aula, potrebbe essere appannaggio dei cittadini, chiamati ad esprimersi attraverso un apposito referendum, indiscrezione dell’ultima ora raccolta nei corridoi del palazzo comunale.

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