La Nuova Sardegna

Oristano

Fontane pubbliche, Abbanoa le chiude nonostante i debiti

di Enrico Carta
Fontane pubbliche, Abbanoa le chiude nonostante i debiti

Il gestore della rete idrica deve diversi milioni al Comune ma isola quattro fonti pubbliche per bollette non pagate

30 giugno 2013
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ORISTANO. Abbanoa, storia vecchia. La guerra col Comune continua e per spegnerla ci vorrà parecchia acqua. Anche perché da qualche settimana l’incendio sembra essere sempre più grosso. L’ente gestore della rete idrica ha infatti iniziato a dare un giro di vite ad alcune fontanelle pubbliche e il motivo sarebbe nel fatto che il Comune è moroso, perché non avrebbe pagato circa 395mila euro di bollette.

Così Abbanoa, intervenuta probabilmente per altri lavori, ne ha approfittato per chiudere l’acqua. L’aveva fatto al Rimedio ormai parecchi mesi fa, ma nelle ultime settimane ha concesso numerose repliche. Ora dalle fontanelle pubbliche di via Cimarosa, di piazza Mariano, del vecchio ospedale San Martino e di via Carbonia non scende una sola goccia. E il guaio è che quelle sono tutte aree verdi.

Si penserà che, in fondo, è giusto che venga staccata la bolletta a chi non paga l’acqua. Ma c’è un piccolo dettaglio che sfugge a chi ha preso la decisione: se pure il Comune è moroso per le bollette, Abbanoa lo è molto di più. All’amministrazione deve infatti qualche milionata. A ricostruire tutti movimenti è l’assessore al Bilancio, Giuseppina Uda. Per prima cosa c’è da mettere nel conto la causa che il Comune aveva intentato diversi mesi fa chiedendo il pagamento di somme che il gestore delle acque deve all’amministrazione per il triennio che va dal 2006 al 2008.

Spiccioli? Non esattamente, visto che sarebbero quattro milioni e 200mila euro. Abbanoa sostiene che la cifra sarebbe molto più bassa e si dovrebbe fermare a un milione e 650mila euro. Anche chi non è bravo in matematica capisce comunque che è Abbanoa ad avere un debito col Comune e non viceversa. E non è l’unico, perché a questi soldi ci sono da aggiungere altre tre cifre che Abbanoa ha candidamente ammesso di dovere all’amministrazione. Sono 500mila euro di un anticipo di spese per la fornitura di energia elettrica, altri 315mila euro per dei mutui contratti dal Comune e poi rilevati da Abbanoa stessa e infine ci sono 200mila euro di spese di service. Anche supponendo che Abbanoa abbia ragione sull’entità del primo debito, si arriva a un totale di due milioni e 665mila euro. Una cifra ben più cospicua di quelle che il gestore dell’acqua, che senza preavviso chiude le fontane pubbliche, pretende per le bollette. «Saranno anche in difficoltà – afferma l’assessore Giuseppina Uda –, ma è una posizione indifendibile. Vorrei poi capire sulla base di quale calcolo chiedono quei soldi per le bollette, visto che non hanno mai fatto una lettura dei contatori».

Chi si infuria non è solo l’assessore al Bilancio, perché quello all’Ambiente e decoro urbano, Efisio Sanna, ne ha altrettante da dire: «Capisco le loro difficoltà, perché sono anch’io un amministratore, ma questo non è un atteggiamento tollerabile. Ci troviamo di fronte a tempi eccessivi per le manutenzioni. I ripristini stradali non vengono fatti con le dovute attenzioni. Senza colpevolizzare nessuno, il servizio non è certo perfetto. Alla fine tutto ricade sul cittadino di cui il Comune è l’interfaccia e non dobbiamo pagare noi le conseguenze».

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