La Nuova Sardegna

Oristano

“Strategia rifiuti zero” è l’obiettivo del Comune

di Michela Cuccu

L’amministrazione prepara la rivoluzione nello smaltimento degli indifferenziati per adeguarsi agli standard ambientali europei e per risparmiare sui tributi

28 gennaio 2013
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ORISTANO. Approda fra due settimane in Consiglio la “Strategia rifiuti zero”, atto di indirizzo che, se applicato, dovrebbe comportare una vera e propria rivoluzione nel sistema di smaltimento dei rifiuti urbani. L’obbiettivo è quello di conferire quantità sempre minori di rifiuti nella discarica per indifferenziati. Che poi è anche la parte più onerosa da smaltire.

E in vista della nuova imposta sullo smaltimento che, a partire dal prossimo aprile, si annuncia come una stangata, con l’aumento medio del 25% a utente dell’attuale importo della Tarsu, cercare di ridurre i rifiuti da smaltire, forse, oltre che conveniente dal punto di vista ambientale, potrebbe diventarlo anche per le tasche dei cittadini.

La proposta è stata già vagliata dalla commissione consiliare ai Servizi tecnologici, che giovedì, riunita in seduta urgente, ha anche approvato il testo definitivo del nuovo regolamento sui rifiuti. Ora sarà inserita all’ordine del giorno della riunione del consiglio comunale del 4 febbraio.Se sarà approvata, anche Oristano entrerà a far parte di quel centinaio di Comuni che a livello nazionale ha già aderito al programma che punta, in linea generale, entro il 2020, a non smaltire più quasi nessun rifiuto indifferenziato.

«È un processo che per riuscire avrà la necessità di vedere la collaborazione di tutti,. Amministratori e cittadini, ma anche imprese e associazioni del volontariato e Onlus», spiega l’assessore ai Servizi tecnologici, Efisio Sanna che ha presentato l’iniziativa in Commissione. Cosa c’entrino volontariato e onlus con la raccolta differenziata dei rifiuti è facile da intuire. Fra le tante cose a finire in discarica, ci sono anche i cosiddetti, materiali di riuso che possono avere una seconda o addirittura infinite vite, se ben reimpiegati.

È il caso dei capi di abbigliamento e dei mobili, ma sono tanti i rifiuti che finiscono in discarica anche se ancora utilizzabili. E il volontariato, ad esempio nel settore della distribuzione di abiti usati ai meno abbienti, questa forma di riciclo già la applica. Il Comune vorrebbe potenziare, estendendole anche ad altre tipologie, queste azioni che, sul fronte dello smaltimento dei rifiuti permetterebbe di raggiungere l’80 per cento – oggi si è fermi a poco più del 65 per cento – della quantità di materiale raccolto in maniera differenziata.

Dunque, resterà il porta a porta, ma il ritiro delle varie frazioni merceologiche va nella direzione di una sempre minore produzione di rifiuti. Ed è qui che entreranno in gioco cittadini, associazioni, ma anche scuole, università e imprese. «Rifiuti Zero è una strategia, non una tecnologia. Pertanto è indispensabile incentivare i cambiamenti culturali puntando molto sull'educazione dei bambini, studenti, migranti, imprenditori, turisti – dice l’assessore Efisio Sanna –, con progetti e iniziative volti a ridurre a monte la produzione di rifiuti, in primo luogo tra gli uffici e le istituzioni comunali e favorendo in maniera generalizzata nuovi stili di vita nella comunità».

Il documento approvato dalla Commissione va anche oltre e apre uno spiraglio verso una possibile riduzione dei costi per i cittadini, attraverso un sistema di tassazione in cui le eventuali riduzioni e agevolazioni saranno valutate sulla effettiva quantità di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche. Ed è qui che subentrano le cooperative sociali e il volontariato per verificare la possibilità di realizzare un centro comunale o intercomunale per la riparazione e il riuso, dove beni durevoli e imballaggi possano essere reimmessi nei cicli di utilizzo.

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