La Nuova Sardegna

Oristano

Arborea, si barricano in casa per evitare lo sfratto

di Claudio Zoccheddu
Arborea, si barricano in casa per evitare lo sfratto

Dramma per una famiglia di agricoltori: in undici asserragliati nell’abitazione venduta all’asta. Alla fine hanno ottenuto un rinvio. Nell’isola è ormai allarme sfratti

25 gennaio 2013
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ARBOREA. Barricati in casa per opporsi allo sfratto. Undici persone – tra cui due bimbi – hanno passato più di 12 ore chiuse dentro le due case costruite all’interno dell’azienda di Francesco Spanu, allevatore e agricoltore che ha perso la sua impresa a causa del mancato pagamento delle rate di un mutuo contratto con la Banca di Sassari. Il passo verso il pignoramento delle proprietà è stato breve, così come quello della susseguente asta giudiziaria, battuta per 130mila euro 15 mesi fa e assegnata a un imprenditore del Cagliaritano, Pino Mossa. Un prezzo giudicato bassissimo dall’avvocato della famiglia, Luciano Cau, perché il valore di mercato delle terre sfiorerebbe i 600mila. Un pensiero condiviso anche da Bettina Pitzorru, amica di famiglia e unico tramite tra le 11 persone barricate e le forze dell’ordine: «Chiederemo che venga applicata la legge 568 del codice civile, quella scritta per evitare le speculazioni di stampo mafioso che, a nostro parere, potrebbe essere applicata anche a chi si vede scippare un’azienda che vale più di mezzo milione per appena 130mila euro».

La resistenza ha dato i suoi frutti. Lo sfratto è stato bloccato dall’opposizione della famiglia e dalla collaborazione di una quarantina di persone, amici e indipendentisti, che come scudi umani hanno bloccato il passaggio di ufficiale giudiziario e carabinieri. Impossibile notificare l’ordine di sfratto, dunque. Una vittoria per gli agricoltori che, però, non hanno interrotto l’occupazione. Gli Spanu hanno evitato ogni commento. All’esterno, hanno descritto la loro notte movimentata, vissuta dalla famiglia tra minacce di suicidio e picchi di disperazione comprensibili per chi si ritrova con un futuro senza casa e senza lavoro.

L’unica voce che ha scavalcato le barricate è quella di Vincenza, moglie di Francesco: «Tutto è nato da un debito di appena cinquemila euro”, ha raccontato. Un debito che nel corso degli anni s’è moltiplicato ed è diventato una spada di Damocle. Per questo motivo, anche gli amici e si sostenitori hanno inscenato una discussione che ha raggiunto l’apice con l’arrivo nella strada 22 ovest dei nuovi proprietari, l’imprenditore Pino Mossa e la moglie, nonché avvocato, Annalisa Cancedda. Per evitare che gli animi si scaldassero oltremisura sono intervenuti i carabinieri che hanno invitato i nuovi proprietari e i rappresentanti degli Spanu a raggiungere l’ufficio del sindaco, Pierfrancesco Garau, per tentare un accordo. La proposta di soluzione, in effetti, è stata presentata in Comune: «Il sindaco si è impegnato a trovare un terreno con le stesse caratteristiche di quello acquistato da Mossa», ha detto Bettina Pitzorru, «in modo che si possa scambiare con quello degli Spanu e soddisfare le esigenze di Mossa e della famiglia di Arborea che, diversamente, si troverebbe in mezzo a una strada». Un accordo che nelle prossime ore sarà meglio chiarito nei particolari.

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