La Nuova Sardegna

Oristano

I Giganti di Mont’e Prama torneranno a Cabras nel 2016

di Claudio Zoccheddu
I Giganti di Mont’e Prama torneranno a Cabras nel 2016

La notizia è stata resa nota dal sindaco Carrus: i fondi per realizzare il museo arriveranno dal Cipe

08 gennaio 2013
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CABRAS. «Tutti i giganti di Mont’e Prama ritorneranno in laguna entro il 2016». Parola di sindaco. L’ultimo capitolo della lunga storia delle statue dei guerrieri è stato scritto ieri sera dal primo cittadino di Cabras, Cristiano Carrus, che ha anticipato pubblicamente gli ultimi sviluppi di una questione che ha tenuto col fiato sospeso la cittadinanza e la comunità degli archeologi sardi. L’occasione è arrivata durante un convegno organizzato per la presentazione dei libri di Mario Sechi e Paolo Savona, che hanno richiamato in laguna una nutrita schiera di curiosi offrendo al sindaco la giusta platea per una dichiarazione ad effetto: «Anticipo i contenuti di una conferenza stampa che si terrà a Cagliari nei prossimi giorni–, ha detto Carrus, –ma credo che questa sia la sede adatta per una prima comunicazione. Cabras riceverà due milioni di euro per l’ampliamento del museo civico che, una volta terminato, sarà in grado di ospitare tutte le statue di Monte Prama».

I fondi che permetteranno una nuova modulazione del museo civico sono stati promessi dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe): «Firmeremo l’accordo entro la fine di Gennaio e Cabras potrà usufruire di una parte dei fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) destinati al Sulcis Iglesiente». Una volta ricevuto l’impegno del Cipe, avvenuto il 27 dicembre 2012 ma ancora non formalizzato, Carrus ha incaricato i tecnici per la stesura di un progetto definitivo che definirà la struttura del rinnovato museo civico. Anche i tempi di realizzazione sono stati comunicati ieri sera dallo stesso Carrus: “Il programma cronologico prevede la fine dei lavori entro il 2016”. Una volta terminato il museo, Cabras potrà avere tutte le sue sculture: “Metteremo in pratica il protocollo d’intesa siglato tra il Comune, la Soprintendenza e la Regione qualche tempo fa, un documento che prevede il ritorno di tutti i giganti e dei modelli di nuraghe”. L’unico dubbio è determinato dall’articolato fronte degli scettici che si divide in vari gruppi, tutti a favore del ritorno in laguna dell’intero complesso scultoreo rinvenuto in località Mont’e Prama quasi 39 anni fa. C’è chi chiede che venga annullato proprio il protocollo d’intesa perché, in realtà, prevedrebbe la divisione delle statue tra Cagliari e Cabras, assegnando un ruolo anche a Sassari dove i giganti sono attualmente esposti. A sostenere la tesi dell’indivisibilità c’è anche il gruppo di archeologi guidato da Marcello Madau che ha recentemente rilanciato una specifica petizione on line. Il fronte dei dubbiosi annovera tra le sue fila anche lo storico cabrarese Francesco Cesare Casula, che è intervenuto per lanciare il medesimo appello, e il soprintendente archeologico per le province di Cagliari e Oristano, Marco Minoja, che ha spiegato il principio del museo diffuso, una struttura divisa tra Cagliari e Cabras in cui dovrebbero essere esposti i giganti. Insomma, una serie di diverse interpretazioni a un unico documento che, dopo l’annuncio di Cristiano Carrus, ritorna con maggior vigore sotto la lente d’ingrandimento della comunità scientifica sarda e della moltitudine di interessati a una delle vicende più avvincenti e controverse degli ultimi anni.

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