La Nuova Sardegna

Oristano

Monsignor Dettori ha scomunicato il sacerdote pro gay

di Mario Girau
Monsignor Dettori ha scomunicato il sacerdote pro gay

La richiesta è arrivata dallo stesso don Marco Bonfanti. Si era dichiarato a favore dei matrimoni omosessuali

29 ottobre 2012
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ALES. Il vescovo di Ales-Terralba nei giorni scorsi ha scomunicato un sacerdote. Il prete incorso nel grave provvedimento è don Marco Bonfanti, classe 1971, da alcuni anni prestato alla diocesi di Milano, ma canonicamente ancora incardinato nella chiesa alerese.

Monsignor Giovanni Dettori ha preso il grave provvedimento in seguito alla lettera che, l’11 ottobre, il sacerdote nato a Pagnano di Merate (Lecco) ha scritto al presule sardo comunicandogli di «voler uscire alla Chiesa cattolica» nella quale afferma di «non riconoscersi più e della quale non condivide più scelte e orientamenti».

In pratica un atto di apostasia. È stato lo stesso don Marco Bonfanti a chiedere al vescovo di «essere tolto dalla lista dei presbiteri» della diocesi.

Con la decisione – che don Mario asserisce di aver preso «con piena consapevolezza e totale libertà» – incorre «nella scomunica latae sententiae secondo l’articolo 1364 del codice di diritto canonico e viene dimesso dallo stato clericale».

Esce così dalla scena diocesana un sacerdote che negli ultimi anni aveva creato, per le sue dichiarazioni non in linea con il magistero pontificio, diversi problemi all’arcidiocesi di Milano e di riflesso a quella di Ales in cui era stato inserito dopo aver frequentato altre congregazioni religiose.

Ordinato a Guspini il 16 novembre 2002, Marco Bonfanti nel 2007 è prestato per convenzione alla chiesa ambrosiana, dove si trova temporaneamente per concludere la licenza in teologia, che lo destina, in qualità di viceparroco, nella parrocchia di Perego in Brianza. Il sacerdote richiama l'attenzione della Curia milanese per le sue prese di posizione pubbliche, messe anche in rete, non solo a favore delle unioni di fatto e dell'eucaristia ai divorziati, ma soprattutto del matrimonio tra omosessuali.

Dopo inviti alla prudenza e richiami all'ordine, ai primi di marzo il vicario generale della diocesi di Milano, monsignor Carlo Roberto Redaelli, braccio destro del cardinale Angelo Scola, licenzia don Bonfanti, lo solleva dall'incarico consentendogli, tuttavia, di continuare a celebrare la messa fino a quando il vescovo di Ales non gli troverà una nuova sistemazione. La cittadina di Perego si schiera dalla parte del sacerdote: striscioni alle finestre, sottoscrizione di un lettera da inviare al cardinale di Milano, oltre un migliaio di iscritti al gruppo "Io sto con don Mario" su Face book. Tutto inutile. L'11 ottobre c’è l’ultimo coupe de theatre del prete sardo-lombardo che su Facebook scrive: «Sono gay. Anzi, sono un prete felicemente gay». Tutto questo «ha indotto il vescovo, nella sua premura pastorale – scrive il vicario generale di Ales – a incontrare ripetutamente don Mario a Milano, a Roma e in diocesi, nella speranza che dal dialogo e nel rispetto reciproco, nella piena consapevolezza del suo impegno nei confronti della Chiesa, scaturisse la possibilità di giungere a una svolta positiva e serena». L'intervento di monsignor Dettori non è riuscito a convincere don Bonfanti ad allinearsi con il magistero ufficiale. «Un abbandono che ci rattrista», scrive il giornale della diocesi diretto da don Petronio Floris.

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