La Nuova Sardegna

Oristano

I cittadini si uniscono contro il campo da golf

di Alessandro Farina
I cittadini si uniscono contro il campo da golf

Bosa, nasce un comitato che va ad affiancare le associazioni ambientaliste che si oppongono al progetto della Condotte immobiliare a Tentizzos

27 settembre 2012
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BOSA. No al green, sì al rafforzamento delle attività turistiche e alle proposte imprenditoriali che puntano al rispetto dell’ambiente. Questi i primi decisi vagiti del costituendo Comitato No Golf in riva al Temo. Dopo la forte presa di posizione nei giorni scorsi degli ambientalisti di Amici della Terra e Gruppo di intervento giuridico, anche da queste parti c’è chi si organizza. Preparandosi a contrastare la bozza di progetto presentata da Condotte Immobiliari lungo la costa del Grifone. E suggerisce diverse linee d’azione sul fronte del possibile futuro sviluppo turistico.

«A seguito della presentazione, nel corso di un’assemblea pubblica, della proposta della Condotte Spa, si è riunito un gruppo di cittadini, che hanno espresso forte preoccupazione sul progetto relativo alla realizzazione di un complesso golfistico-residenziale-alberghiero a Tentizzos, sulla costa Bosa-Alghero», la premessa.

Il progetto, questa la tesi del gruppo «È in forte contrasto con le linee naturali di sviluppo che caratterizzano e contraddistinguono il territorio». Da qui l’idea di organizzare «Una decisa opposizione, attraverso la costituzione di un Comitato che approfondisca i numerosi limiti del progetto». Che al no deciso sul green ipotizzato a Tentizzos, attraverso un gruppo di studio e lavoro, vuole però contrapporre una propositiva e diversa idea di sviluppo: «Indicando come le alternative risiedano nel recupero ed utilizzo razionale delle strutture immobiliari già presenti, nel rafforzamento delle attività turistiche esistenti e nella proposta di nuove iniziative imprenditoriali nel rispetto delle risorse ambientali».

Il tutto avvalendosi della collaborazione di tecnici ed esperti e con l’obiettivo dichiarato di evitare che la proposta, definita «Estranea alla vocazione del territorio, possa passare sulla testa della popolazione, facendo esclusivamente leva su una generica ipotesi di occupazione in un momento di forte crisi. L’ unica certezza sarebbe il forte profitto per la società proponente e la irrimediabile compromissione del territorio di riferimento».

Insomma in città si discute, attraverso un dibattito animato da inevitabili posizioni contrapposte rispetto al possibile utilizzo della incontaminata fascia costiera e dell’area urbana. Che passa anche nelle peculiari sarcastiche interpretazioni degli eventi: «Subito l’erbetta, tanto le buche qui non mancano», è ad esempio una delle popolari battute circolate nei giorni scorsi. Segno che sull’argomento il motore dell’attenzione, non solo fra gli addetti ai lavori, resta acceso.

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