La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, vince Tendas, il sindaco in bicicletta

di Enrico Carta
Oristano, vince Tendas, il sindaco in bicicletta

Dopo 18 anni il centrosinistra torna alla guida della città con il preside del liceo classico: «Pedalando e camminando è più facile tenersi per mano»

26 giugno 2012
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di Enrico Carta

ORISTANO

La rivoluzione arancione vince. Succede anche ad Oristano. Travolge tutto nella città “bianca” per eccellenza. Dopo diciott’anni e quattro elezioni il centrosinistra, che aveva scelto proprio l’arancione come colore della propria campagna elettorale, arriva in Comune da vincitore.

Sbaraglia il campo in un ballottaggio che sembrava dovesse regalare suspence da fotofinish e che invece è apparso scontato da subito. Alle tre e mezza del pomeriggio arriva il primo dato da viale Diaz: in tre sezioni Guido Tendas stacca Giuliano Uras di oltre quattrocento voti. Poi a cascata tutti gli altri seggi: piazza Manno dice Tendas, viale Marconi dice Tendas, in via Bellini è un plebiscito. Non c’è bisogno di attendere oltre con i dati che arrivano dagli altri seggi e parlano chiaro e sempre nella stessa direzione. Alla fine quel 58,06% a 41,94% proiettato dal computer sullo schermo in tela fissa l’istantanea del trionfo.

In via De Castro, quartier generale della coalizione, si festeggia già. Arrivano candidati, futuri consiglieri e qualche assessore in pectore. Manca solo lui che spunta, ovviamente sulla sua fidata bicicletta con la quale ha condotto l’intera campagna elettorale, attorno alle quattro e un quarto accolto dal boato da stadio dei supporters inarrestabili.

Sono baci e abbracci, col tempo scandito dal coro «Guido, Guido, Guido». E lui ringrazia, poi racconta la sua giornata d’attesa: «Dopo pranzo ero fuori per impegni familiari che non potevo rimandare – racconta – e ho seguito lo spoglio in macchina. La mattina, invece, l’ho passata a lavorare perché nei prossimi giorni avrò l’ultimo collegio dei docenti».

E così il preside del liceo classico De Castro si è gustato i momenti che l’hanno portato al trionfo stando lontano dalla concitazione. Sino ad inforcare la bici e fare quelle pedalate di gioia che l’hanno portato in via De Castro, con la mente divisa a metà tra il passato appena passato e il futuro che già incombe: «Adesso inizia il vero lavoro e servirà riappacificare Oristano affinché si creino condizioni perché diventi una città normale. Ci sono tanti problemi da affrontare e non possiamo continuare a lasciarli languire». La prima cosa da fare è una visita al monastero di Santa Chiara e alle sue suore. «È il luogo simbolo dell’identità e della storia della vera Oristano», quella giudicale, quella di Eleonora d’Arborea, faro per tutta l’isola nei secoli della gloria indipendentista isolana. Ma questa è una vittoria politica e un’analisi va fatta: «La frammentazione nel centrodestra – afferma – ha giocato certamente a nostro favore. Ho parlato forse oltremodo di primarie in queste settimane, però sono state un momento fondamentale perché hanno avuto il coraggio di proporre un nuovo modo di affrontare la politica e i rapporti con i cittadini». E proprio quest’ultima è la parola chiave. «Dai cittadini mi aspetto partecipazione, non li vedo come un intralcio, ma come un aiuto – prosegue, prima di affrontare il discorso sulla giunta da mettere in piedi –. Non avremo difficoltà perché siamo un gruppo coeso. C’è un po’ di burocrazia da affrontare, poi avremo la giunta fatta tutta di persone competenti che hanno sostenuto questo percorso».

Un cammino lungo, iniziato con le primarie del 4 marzo e finito ieri con un trionfo che in città mancava dal 1994, quando Mariano Scarpa diventò il primo sindaco di centrosinistra da quando c’è l’elezione diretta del primo cittadino. L’ultima tappa è poi la sala di palazzo degli Scolopi. Si riempie di maglie e fiocchi arancioni e la “ola” introduce il discorso del nuovo sindaco ai suoi sostenitori: «Vi abbraccio, mi avete dimostrato tutti un grande affetto e sentirsi voluti bene è una cosa veramente bella che ci porteremo dietro in questi anni di governo – esordisce –. Quando le idee arrivano al cuore, le cose cambiano. Questa è una comunità che sta soffrendo e alla quale bisogna dare gambe, quelle che abbiamo usato in sella alle nostre biciclette. Andando a piedi e in bici è più facile prendersi per mano. La partecipazione sostituirà il mugugno tipico di Oristano». Prima di chiudere, riprende uno slogan della sua campagna elettorale che diceva: «Voto Guido Tendas perché non mi ha mai fatto un favore e io non faccio favori». Sono le parole della rivoluzione arancione che canta “Bella ciao” prima di lasciare palazzo degli Scolopi

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