La Nuova Sardegna

Donne e potere: le Eleonore di Oristano

di Enrico Carta
Piazza Eleonora a Oristano
Piazza Eleonora a Oristano

L'OPINIONE - In 4 si battono per diventare sindaca in una città che è sempre stata all’avanguardia per impegno femminile: dalla giudicessa a Sechi, Aiello, Pes e Nonnis

08 maggio 2017
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L’armata rosa scende in campo. E, caso assai particolare non solo in Sardegna, lo fa senza le imposizioni della legge. A Oristano su sei candidati sindaco per le elezioni dell’11 giugno, ben quattro sono donne. Potrebbe essere interpretato come il segnale, forte e chiaro, che laddove si è raggiunta una consapevolezza sociale sulla parità di genere non c’è bisogno di imposizioni dall’alto.
Oristano in questo è stata sempre all’avanguardia e il caso della giudicessa Eleonora d’Arborea, a volte utilizzato a sproposito, simboleggia alla perfezione questo aspetto tutt’altro che secondario della vita sociale. Forse bisogna iniziare a pensare per davvero che non sia solo un caso che alla competizione elettorale si ritrovino schierate, accanto ad Andrea Lutzu per il centrodestra e a Filippo Martinez alla guida di un’alleanza civica, ben quattro sfidanti donne. Sono Cristina Puddu che guida la lista indipendentista Meris, Patrizia Cadau candidata per il Movimento 5 Stelle, Anna Maria Uras, sostenuta dalla coalizione che ruota attorno al Partito dei Sardi, e Maria Obinu che raccoglie il testimone dal centrosinistra che conta al suo fianco anche tre civiche accanto ai partiti tradizionali.
Da sempre terreno quasi esclusivo del genere maschile, la presenza delle donne non è una novità per la politica in salsa oristanese. Tralasciando il glorioso passato dell’epopea giudicale e andando a frugare nell’album di ricordi più recenti, ci si imbatte nella fotografia di Maria Teresa Sechi, ex presidentessa della Provincia negli anni ’80, e di Lia Aiello che della città di Eleonora fu la prima donna sindaca. È del 2002 invece la candidatura, allora non vincente, di Linalba Ibba che precedentemente aveva ricoperto l’incarico di assessore comunale. Dopo di lei, l’esempio più recente è quello di Angela Nonnis, sindaca che ha preceduto Guido Tendas e che guidò la coalizione di centrodestra dopo un travolgente successo elettorale che l’ha poi portata sino all’assessorato regionale ai Lavori pubblici.
Donna è anche Caterina Pes, unica rappresentante del territorio oristanese in Parlamento. E donne sono alcune tra le sindache di paesi certo non enormi come Laconi, Narbolia, Siamaggiore e altri o di un centro invece vitale per l’economia sarda come Arborea. Hanno colori politici diversi, ma ad accomunarle è il rosa simbolo del genere femminile. Di fronte a una partecipazione così massiccia alla vita politica in posizioni di primo piano a tutto si può pensare tranne che a un caso, anche al di là della legge che impone le quote rosa. Eppure resta il dubbio che senza la norma le liste elettorali avrebbero una prevalenza di azzurro tra gli aspiranti consiglieri.

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