La Nuova Sardegna

Olbia

MATER OLBIA, UN ERRORE AZZOPPARLO

di Enrico Gaviano

23 aprile 2017
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Se non fosse una cosa seria si potrebbe parlare di Mistero buffo. Il Mater Olbia è da anni al centro dell’attenzione in Gallura. Soprattutto perché dopo la sua apertura sarà un catalizzatore formidabile per l’economia del territorio. Non solo sanità, non solo maggiori certezze in campo medico. Ma tanto altro: ricerca scientifica, turismo sanitario, centro sportivo e riabilitativo. Con tanti posti di lavoro in ballo.

Ma la sua apertura è al centro di un giallo a tinte fosche. Dopo l’accordo fra Qatar , governo italiano Regione e Vaticano, avvenuto nel 2014, la sua apertura è stata data per certa prima nel 2015, poi nel 2016, poi ancora per metà 2017. Ma ancora non c’è la data precisa. Nei giorni scorsi al question time alla Camera, su domanda del deputato sardo del Centro democratico Roberto Capelli, la ministra Beatrice Lorenzin ha detto che ancora non è stata presentata l’istanza per l’apertura da parte del Qatar. Perché.

La Regione, per bocca dell’assessore Arru, ha sdegnosamente respinto le critiche di Capelli, che ha parlato di amministrazione ferma e di ennesima incompiuta. Per Arru, invece, la Regione sta facendo la sua parte. Ma il punto cruciale della faccenda sembra essere l’accreditamento e le specializzazioni che dovrebbero essere ospitate nella struttura. A Olbia sono preoccupati, tanto che due giorni fa, nell’ufficio del sindaco si sono riuniti gli esponenti principali della politica locale: col sindaco Settimo Nizzi e il deputato Gian Piero Scanu, il vero padre dell’operazione San Raffaele-Mater, c’erano anche i consiglieri regionali Giuseppe Meloni e Giuseppe Fasolino, e il neo assessore regionale all’agricoltura Pierluigi Caria.

Tutti d’accordo nel giurare unità di intenti per sostenere l’apertura dell’ospedale. E tutti d’accordo anche nel sospettare manovre non troppo chiare da Cagliari intese ad azzoppare l’offerta sanitaria del Mater, a renderlo meno importante di quello che dovrebbe essere per favorire la potente lobby sanitaria cagliaritana. Se così fosse sarebbe l’ennesimo errore della politica sarda. Che nei tempi ha continuato a commettere sbagli nel nome di un campanile o dell’altro, fallendo una visione dì’insieme della Sardegna in cui distribuire servizi a vantaggio di tutti gli isolani.

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