La Nuova Sardegna

OLBIA. I dipinti di un cardiologo trasformano la galleria del refettorio in un tunnel degli orrori. Tra sguardi persi nel vuoto, corpi nudi e teste senza più capelli, la mostra che è stata inaugurata ieri mattina, al Refettorio dell’arte nei sotterranei del palazzo dell’ex scolastico, è un percorso che accende la miccia della riflessione. Pietro Sanna, cardiologo sassarese con la passione per la pittura, nella sua esposizione di 35 pannelli dal titolo «L’Olocausto e l’oblio» racconta la storia di chi è stato trasformato in cenere nei campi nazisti. La mostra, organizzata dall’assessorato alla Cultura e dalla biblioteca simpliciana in collaborazione con l’Anpi, è stata allestita in occasione del 25 aprile, la festa della Liberazione, e sarà visitabile fino al 29 aprile, ogni giorno dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 20.30. L’iniziativa è stata presentata in biblioteca, davanti a una delegazione di studenti delle superiori. «Nei miei lavori le persone sono ormai indefinite, sono atterrite, senza più nulla da dire» spiega l’artista, Pietro Sanna, intervistato dal giornalista Antonio Rojch, che ci ha tenuto a ricordare la figura dello scrittore Primo Levi, uno dei pochi italiani a sopravvivere ad Auschwitz. «Siamo contenti di ospitare questa mostra, perché cambiano i luoghi e i nomi ma purtroppo certe atrocità si ripetono ancora oggi» ha invece detto Sabrina Serra, assessore alla Cultura. «È sempre importante ribadire i valori della Resistenza, che ha liberato l’Italia da una tirannia», ha aggiunto Domenico Piccinnu, presidente dell’Anpi Gallura. Presenti anche Antonio Satta, sindaco di Padru e tessera ad honorem dell’Anpi, il docente Carlo Marcetti, che ha riflettuto sul dramma dell’Olocausto, e Marco Ronchi, dirigente responsabile della biblioteca. (d.b.)