La Nuova Sardegna

Olbia

L’acqua del Paggiolu disponibile dal 2018

di Pietro Zannoni
L’acqua del Paggiolu disponibile dal 2018

Annuncio dell’assessore regionale Maninchedda a Calangianus: «Saranno serviti tutti i Comuni dell’Alta Gallura»

09 aprile 2017
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CALANGIANUS. «Entro il 2018 nelle case dei paesi dell’Alta Gallura arriverà l’acqua della diga di Rio Paggiolu. I fondi ci sono, tutto si è messo in moto». E’ la notizia che gli abitanti dell’Alta Gallura volevano sentire dall’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, al convegno sul tema “Il sughero, le strade, l'acqua: risorse per costruire libertà”.

L’appuntamento di venerdì scorso è stato proposto dal Partito dei sardi alla presenza di Franciscu Sedda, segretario nazionale del partito. In platea vari coordinatori e militanti del Partito dei Comuni vicini, amministratori comunali.

Ha aperto i lavori il sindaco Giomartino Loddo, che ha presentato l’azione della sua amministrazione a favore del sughero e che ha portato al tavolo tecnico in Regione e alla stesura del Piano integrato di filiera; ha poi parlato della situazione idrica, del problema viario con i 6 chilometri da completare della Calangianus-Berchidda.

Introdotto dal moderatore Gio’ Mura, Franciscu Sedda ha parlato della azione politica del secondo partito della coalizione di governo regionale per costruire una coscienza di forza indipendentista sull’esempio della Catalogna e della Scozia, ove in 20 anni i partiti indipendentisti sono passati dal 5 al 24%. L’intervento di Pier Mario Inzaina, assessore comunale alle Attività produttive, ha evidenziato la crisi del sughero raffrontando i dati del fatturato della Molinas spa e della Amorin Cork Italia, tutti a vantaggio della azienda portoghese.

Infine, Maninchedda, che ha sottolineato come lo Stato non faccia crescere la Sardegna: «Lo Stato è scappato dai comuni, il prelievo fiscale ha impedito l’accumulo di capitale ed è ontologicamente ingiusto perché non protegge le nostre aziende - ha detto -. Il sughero attesta che la Sardegna è in competizione con lo Stato, il sughero è un problema nazionale non isolano. E poi una domanda: perché solo dopo tre anni abbiamo trovato tempo e soldi per collaudare la diga di Rio Paggiolu? Perché c’è una mentalità che favorisce i piccoli potentati, gli enti creati con lauti stipendi retaggio di una mentalità ispanica. E’ un sistema che ci frena. La rete idrica di Tempio è davvero la metafora delle reti idriche dei paesi della Sardegna...» ha concluso Maninchedda.

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