La Nuova Sardegna

Olbia

Acqua, laici e Chiesa a confronto

Acqua, laici e Chiesa a confronto

Nel convegno sulla “Laudato sì” si è parlato del valore della risorsa idrica

02 aprile 2017
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TEMPIO. Tanti studenti hanno seguito il convegno sulla “Laudato sì” di papa Francesco che si è svolto ieri nella Casa del fanciullo. Al convegno, organizzato dal circolo “Mazzolari” e moderato da Tiziano Grassi, hanno preso parte uomini di Chiesa e rappresentanti del cosiddetto mondo laico. Tante le convergenze emerse nelle relazioni di don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Mazzolari, monsignor Gianfranco Saba, parroco di S. Antonio, e Vincenzo Migaleddu, presidente regionale Isde. In tutti è emersa la preoccupazione per lo stato delle cose, oltre che la condivisione dei contenuti dell’enciclica, nella quale il pontefice denuncia coraggiosamente la rischiosa identificazione tra finanza e ambiente. A far discutere è stato soprattutto quel capitolo della “Laudato sì” in cui viene indicato nell’acqua un bene di cui nessuna parte dell’umanità deve essere privata. La sottolineatura ha propiziato domande sul caso di Tempio, città nei cui rubinetti non sgorga acqua potabile da più di un anno.

«Tempio, città dell'acqua – ha dichiarato Vincenzo Migaleddu – esprime quello che il papa ha chiamato il paradosso dell’abbondanza. Quando c’è molto, succede che questo molto scarseggi per i più. L’acqua di Tempio è un bene ambito, e il fatto che il servizio pubblico non sia soddisfacente non può che far riflettere. Sono situazioni che si creano quando c’è la volontà di passare da una gestione pubblica, considerata insufficiente, a una gestione di altro tipo». Come dire che la situazione e i suoi prossimi sviluppi meritano tutta l’attenzione possibile. Altro dato illustrato da Migaleddu che fa pensare sono anche quei 7mila km di reti idriche in amianto che attraversano l’isola. «Eppure – ha dichiarato – c’è l’esempio di Aggius, che in modo caparbio ha fatto sì che l’acqua rimanesse pubblica, facendola sgorgare dai rubinetti a un costo bassissimo». Serve però una grande visione prospettica, perché, come ha sostenuto don Bignami: «Si deve opporre una cultura della cura, consapevole della limitatezza delle risorse, a una cultura dello scarto». Ecco perché, secondo monsignor Saba, che ha replicato a Sant’Antonio una parte del convegno svoltosi di mattina a Tempio: «La “Laudato sì” è un testo intriso di teologia, essendo questa una scienza, sempre più apprezzata anche dai laici, che aiuta a leggere i segni che sono dentro la vita». (g.pu.)

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