La Nuova Sardegna

Olbia

Per il giudice Cristiano arresti domiciliari a Olbia

La Cassazione ha annullato la convalida dell’ordinanza di custodia cautelare Il magistrato trasferito da Pozzuoli in attesa della nuova pronuncia del Riesame

23 marzo 2017
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OLBIA. La Corte di Cassazione ha annullato, ieri pomeriggio, la decisione del tribunale del riesame di Roma – emessa nel dicembre scorso – che aveva respinto l’istanza di nullità dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del gip del tribunale di Tempio Vincenzo Cristiano. La Corte ha rinviato ad un nuovo giudizio, sempre davanti al tribunale del riesame della Capitale, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di nullità avanzata dagli avvocati Giovanni Azzena e Gerolamo Orecchioni. I legali che assistono il magistrato – che è stato sospeso dal servizio con decreto del Consiglio superiore della magistratura – hanno chiesto e ottenuto il trasferimento dell’indagato nell’isola. Vincenzo Cristiano resterà agli arresti domiciliari, nella sua abitazione di Olbia.

Ora non rimane che attendere la fissazione dell’udienza davanti al nuovo tribunale del riesame, che dovrebbe discutere il caso prima del 4 maggio prossimo, dati in cui è stato fissato il giudizio con rito immediato per concorso in corruzione in atti giudiziari per l’ex gip del tribunale di Tempio Vincenzo Cristiano, l’imprenditore olbiese Manuel Spano e il commerciante napoletano Umberto Galizia. Al centro del procedimento penale aperto contro i tre dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma Stefano Rocco Fava, vi sarebbero stati degli scambi di doni e «utilità« quali la fornitura di stoviglie per ristorante, un computer, l’utilizzo di un mezzo di trasporto e l’acquisto di una auto a prezzi concorrenziali, il tutto in cambio di presunti favori sull'andamento di alcuni procedimenti penali. L'inchiesta aveva preso avvio in seguito ad una richiesta di Vincenzo Cristiano – all’epoca giudice delle indagati preliminari del tribunale di Tempio – che chiedeva ad un sottufficiale dei carabinieri in servizio nella stazione di San Teodoro d’essere avvertito nel caso di verifiche e controlli nel ristorante pizzeria già sottoposto a verifiche fiscali e di altra natura. Questa inusuale richiesta fece scattare l’indagine penale affidata ai magistrati della procura di Roma, competenti per le ipotesi di reato attribuibili a magistrati in servizio nell’isola. Nel dicembre del 2017 la clamorosa svolta, con l’arresto dei tra indagati, tutti finiti ai domiciliari.

Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha invece rigettato le istanze di scarcerazione avanzate dai legali dell’imprenditore olbiese Manuel Spano, assistito dagli avvocati Guido Da Tome e Antonello Desini. Gli scambi di doni tra gli indagati sono sempre stati definiti dai legali «semplici manifestazioni di rispetto, che non hanno nulla a che fare con l’attività giudiziaria». (g.p.c.)

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