La Nuova Sardegna

Olbia

Violenza sessuale a Oschiri, altri due indagati

Violenza sessuale a Oschiri, altri due indagati

Sono minorenni i presunti registi dello stupro. Ai domiciliari il giovane arrestato

08 marzo 2017
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OSCHIRI. Il gip del tribunale di Sassari, Carmela Rita Serra, ha concesso gli arresti domiciliari al ragazzino appena maggiorenne di Oschiri arrestato la scorsa settimana per una terribile storia di violenza sessuale di gruppo nei confronti di un minorenne. Il ragazzo, accompagnato dai suo difensori (gli avvocati Antonello Desini e Salvatore Meloni) ieri mattina ha lasciato il carcere di Bancali ed è ritornato nella sua casa, con la madre e altri familiari. Intanto l’inchiesta sulle violenze sessuali a Oschiri è giunta a una svolta: altri due giovani del paese, entrambi minorenni, sono indagati dalla procura del tribunale dei minori di Sassari. Sarebbero proprio loro gli autori materiali dello stupro.

La vicenda, dunque, assume contorni sempre più inquietanti. Un gruppo di ragazzini terribili, capaci di violenze indicibili nei confronti dei compagni di strada e capaci di terrorizzare un soggetto psichicamente debolissimo come il ragazzo già arrestato, l’unico maggiorenne del branco. È ormai assodato che quest’ultimo non è l’autore materiale delle violenze. A queste avrebbe però assistito, sarebbe perciò un testimone diretto, ma in un totale stato di incoscienza e incapacità di reagire. Insomma, i veri registi dello stupro sarebbero altri ragazzini minorenni, adesso sotto inchiesta.

Tra l’altro, l’episodio di violenza che ha portato all’arresto del giovane dopo le prime denunce dei familiari non sarebbe un caso isolato. I magistrati, infatti, indagano su altri fatti accaduti nel paese che sarebbero già stati “regolati” dai genitori in privato, senza alcuna denuncia. Una storia drammatica di degrado e profondo malessere che sta squassando la vita del centro del Monte Acuto. «A Oschiri faremo indagini difensive per scoprire la verità – dicono gli avvocati Desini e Meloni – adesso è già un grande risultato aver ottenuto dal giudice la concessione degli arresti domiciliari, misura cautelare decisamente più blanda della detenzione in carcere che, visto lo stato psichico del ragazzo, avrebbe rischiato di produrre conseguenze di sicuro irreparabili».

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