La Nuova Sardegna

Olbia

La Maddalena, mamme in travaglio a casa per non partorire a Olbia

La Maddalena, mamme in travaglio a casa per non partorire a Olbia

Le donne stanno adottando questa pratica sconsigliata dai medici Emendamento dei Riformatori alla riforma regionale sulla sanità per riaprire il Punto nascita

25 febbraio 2017
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LA MADDALENA. Pur di partorire nell’isola le future mamme isolane iniziano il travaglio a casa arrivando in ospedale in forte ritardo. I medici sconsigliano questa pratica ma senza ottenere risultati. La denuncia preoccupata arriva dall’assessore Massimiliano Guccini che in una lettera alla Regione ha messo nero su bianco quanto sta succedendo nell’isola. «La chiusura del punto nascita ha creato una situazione di pericolo superiore a quello della sua apertura – scrive Guccini –. Ai medici della Maddalena viene chiesto di garantire comunque l’emergenza che potrebbe derivare da un parto improvviso o da un cesareo d’urgenza mentre il pericolo aumenterebbe per effetto della chiusura stessa o della loro inoperatività per lungo periodo».

Emendamento. I Riformatori si schierano al fianco della richiesta dell’isola di riaprire il Punto nascita. Il coordinatore provinciale Giovanni Pileri e Franco Meloni del centro studi Riformatori sono impegnati nella battaglia per difendere i diritti delle future mamme della Maddalena. «È inammissibile quanto sta succedendo – dichiara Pileri. Mentre è possibile che Stato e Regione riescano a dilapidare 400 milioni di euro per un evento, il G8 mai fatto, non viene espressa alcuna vergogna davanti agli sprechi della politica. In virtù di un risparmio statale si taglia il diritto alla salute per accantonare poche centinaia di migliaia di euro che invece garantirebbero il diritto alla salute ai cittadini di un’isola sempre più isolata». Ricordando che la scelta della chiusura è giustificata da un adeguamento al decreto ministeriale che prevede la cancellazione dei punti nascite in cui si registrano meno di 500 parti annui, Pileri evidenzia la necessità di una deroga, «applicabile nei casi di particolari condizioni orografiche, come le isole minori e la Regione deve garantire efficienza e sicurezza delle strutture autorizzate». Poi annuncia: «Presenteremo un emendamento al piano di riordino sanitario regionale non appena la vicenda sarà discussa in Consiglio. Riteniamo comunque che la Regione, nelle more della difficile istruttoria per la deroga, debba chiedere con forza e garantire comunque il mantenimento del Punto nascite per le inevitabili emergenze, come “Spoke dell'hub” dell’ospedale di Olbia. L'Ats Sardegna e l'area socio-sanitaria della Gallura assicureranno l'integrazione della pianta organica dell'ospedale olbiese, nonché il servizio annuale di guardia anestesiologica in quello isolano 24 ore su 24. In particolare prevediamo un primo emendamento per il presidio di zona disagiata, proponiamo che l'ospedale maddalenino venga classificato come sede disagiata, con l'aggiunta di una sezione di ostetricia». (a.n.)

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