La Nuova Sardegna

Olbia

Liscia: il livello sale, ma ancora non basta

di Sebastiano Depperu
Liscia: il livello sale, ma ancora non basta

I 30 milioni di metri cubi d’acqua presenti nell’invaso sono ancora insufficienti. Si riparla di sfruttare altre risorse

08 gennaio 2017
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TEMPIO. Trenta milioni di metri cubi d'acqua: è il livello che ha raggiunto, a fatica, l'invaso del Liscia dopo le feste natalizie. Piccoli passi che, però, non sono abbastanza per il periodo. La penuria di acqua nel bacino artificiale della diga del fiume Liscia, in un mese è cresciuta di 5/6 milioni di metri cubi d'acqua. I primi del mese scorso, infatti, di metri cubi se ne contavano appena tra 23 e i 24 milioni: una cifra irrisoria, sicuramente, ai minimi storici.

Adesso, si sale un po'. L'aumento è dovuto a qualche giorno di pioggia incessante prima di Natale e all'abbassamento delle temperature. Nei giorni di pioggia, inoltre, la diga del Paddhjolu sul monte Limbara ha raggiunto i suoi massim livellii, riversando acqua nei canali che portano, direttamente, all'invaso del Liscia. E l'acqua presente nel bacino gallurese è meno di un terzo della sua portata massima: la diga, infatti, è collaudata fino a contenere 106 milioni di metri cubi d'acqua massimi, un livello che questi ultimi anni soltanto un miraggio. La preoccupazione, però, non diminuisce.

I Comuni che ricevono l’acqua dal bacino che si trova in prevalenza nel Comune di Luras sono tanti: Santa Teresa Gallura (con le frazioni di Porto Pozzo, Porto Pollo e Ruoni), Palau, Bassacutena, Luogosanto, Loiri Porto San Paolo, Olbia, Porto Rotondo, Golfo Aranci, Arzachena (con i borghi di Cannigione, Portisco, Baia Sardinia e Porto Cervo), Monti e Telti. E la preoccupazione cresce, sia per la scarsità d'acqua, sia per la qualità e per le future e necessarie restrizioni che si dovranno ancora adottare in caso di prolungata siccità. E puntuale, torna l'idea di sfruttare altre risorse idriche o di crearle. Tempo fa, durante un consiglio comunale a Olbia alla presenza dell’assessore regionale agli Enti Locali, Cristiano Erriu, l'ex consigliere comunale Nicola Midulla sollevò il problema: «La Gallura e la Sardegna tutta devono dire grazie al Liscia perché ha permesso di coltivare il turismo e chi lavora in campagna - ha detto l’esponente di Centro Democratico e dipendente Enas -. Se non basta una struttura idrica pensiamo a crearne altre. Ci sono progetti che la Regione conosce bene. Parlo del San Simone che potrebbe interconnettersi alla piana della diga di Torpè e soddisfare le esigenze agricole; lo sbarramento del Padrongianus, la diga sa Fossa a Loiri Porto San Paolo: circa 80 milioni di metri cubi d'acqua». Midulla avanza anche l'ipotesi di sfruttare l'acqua del mare: «Alle isole Canarie, per esempio, hanno risolto il problema della siccità, desalinizzando l'acqua del mare. I tecnici dell'Istituto tecnologico delle Canarie nel centro di ricerca di Porto Izquierdo, isola di Gran Canaria, hanno realizzato un prototipo di impianto di dissalazione dell'acqua di mare interamente alimentato dall'energia del vento. Perchè non provarci pure noi?».

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