Città di paesi, così 17 comuni galluresi hanno guadagnato i fondi europei
Un'idea partita un anno fa che ora si concretizza con l'accordo di programma che verrà firmato a Tempio
OLBIA. Un anno fa era partita l'idea "Città di paesi": 17 comuni della Gallura uniti per la presentazione di progetti concreti per intercettare i fondi europei 2014-2020. Diciassette centri che si dibattono fra crisi economica e spettro sempre più concreto dello spopolamento. Un'idea lanciata durante la visita a Badesi del presidente della Corsica, Gilles Simeoni. A distanza di un anno quella che sembrava semplicemente l'ennesima enunciazione di buoni propositi è diventata una realtà. Domani pomeriggio (9 gennaio), infatti, a Tempio, arriverà l'assessore regionale alla programmazione Raffaele Paci, per la stipula dell'accordo che servirà a finanziare i progetti.
Dalle parole, insomma, si è passati ai fatti. E in un periodo in cui la politica è messa spesso e volentieri sul banco degli imputati, l'esempio arrivato dai comuni della Gallura, che solitamente devono solo assistere ai progressi di Olbia, unica città della Gallura che continua a crescere, diventa davvero degno di nota. A realizzare questo sogno le municipalità del nord Sardegna che fanno parte di due unioni dei comuni (L'Alta Gallura, con Tempio, Sant'Antonio, Aggius, Aglientu, Badesi, Calangianus, Luras, Luogosanto, Bortigiadas, e la Gallura con Palau, Arzachena, Telti, La Maddalena e Santa Teresa più Viddalba, Valledoria e Trinità). Superando le divisioni campanilistiche e ragionando sull'intero sistema Gallura, questi comuni sono riusciti in un anno a preparare i progetti, presentarli alla Regione che deve canalizzare i finanziamenti che arrivano dall'Europa, vincendo anche un po' di burocrazia cagliaritana non avezza a questo tipo di pianificazione. Quindi i progetti sono stati giudicati coerenti con le linee direttive delle fonti di finanziamento. E così il cerchio si è chiuso. Lunedì la firma con l'assessore Paci servirà solo a ratificare l'arrivo di un consistente gruzzolo di milioni di euro che serviranno a dare un bella boccata d'ossigeno a territori ormai asfittici.
Le linee di sviluppo su cui si doveva puntare erano quattro: 1) infrastrutture, reti, accessibilità; 2) qualità istituzionale, lotta allo spopolamento; 3) Filiere del sughero, del vino e dell'agroalimentare; 4) turismo rivolto su attrattori culturali e paesaggistici. Tavoli tematici su cui hanno lavorato i presidenti dell'unione dei comuni Alta Gallura Toni Stangoni e dell'unione dei comuni Gallura Luca Montella e gli altri sindaci a cominciare da Emiliano Deiana, di Bortigiadas, il più piccolo paese gallurese.
Ora il dado è tratto. E quel nome (Città di paesi) che sembrava semplicemente una bella definizione inventata dall'architetto Giovanni Maciocco, professore di pianificazione urbanistica, è ora un punto di partenza per queste realtà locali. Che hanno insegnato come si può tentare di invertire la rotta ed evitare che, come purtroppo succede ancora, i consistenti contributi in arrivo da Bruxelles ritornino indietro per mancanza di progettazione adeguata.