La Nuova Sardegna

Olbia

Monti, il Cippo dei Balari danneggiato dai vandali

Monti, il Cippo dei Balari danneggiato dai vandali

Imbrattate le scritte in latino su una parete dello storico blocco di granito La soprintendenza ai beni archeologici ha fatto un primo sopralluogo

25 novembre 2016
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MONTI. Un gesto inconsulto avrebbe potuto provocare un danno irreparabile: cancellare duemila anni di storia. Il "Cippo" che testimonia l'esistenza e la presenza dei Balari, popolo giunto via mare, al seguito dell’esercito cartaginese, in terra sarda, ha subito uno sfregio da parte dei soliti vandali. Il prezioso monumento è stato danneggiato, per forrtuna in modo non irreparabile da qualcuno che ha cosparso una sostanza nella superficie, forse per tradurre e leggere la scritta in latino incisa su una delle facce della grande pietra in granito, posizionato sulla riva montina al confine con il territorio di Berchidda, sotto i contrafforti del Limbara.

Dell'accaduto sono state informate le autorità competenti. Nei giorni scorsi, il responsabile dell'ufficio della Soprintendenza archeologica di Olbia, Rubens D'Oriano, sempre attento alla salvaguardia del patrimonio archeologico gallurese, accompagnato da due collaboratori ha effettuato un sopralluogo per rendersi conto dell'accaduto. L'importanza storica-archeologica del "Cippo dei Balari" sta nel fatto che l'epigrafe incisa, forse nel 54 d.c è l'unico documento esistente e venne scoperto nel 1965 dall'allora ispettore alle Antichità e Belle arti Silvio Mattioli. Qualche anno fu pubblicato anche un libro sulla storia del popolo dei Balari. Ora la curiosità avrebbe potuto far scomparire per sempre un pezzo di storia antica della Sardegna. (g.m.)

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