La Nuova Sardegna

Olbia

Il centro per i disabili rischia di chiudere: le famiglie in rivolta

di Dario Budroni
Il centro per i disabili rischia di chiudere: le famiglie in rivolta

La struttura di via Galilei è in crisi dopo i tagli della Regione I genitori dei pazienti: «Già ridotto il numero degli assistiti»

19 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Il cancello del centro riabilitativo è presidiato da un gruppo di genitori. Hanno formato un piccolo sit-in per dire alla Regione che i tagli alla sanità rischiano di far tramontare un servizio essenziale per i loro figli disabili. Il futuro del centro globale diurno di via Galilei è infatti appeso a un filo. Si tratta di una struttura privata convenzionata con la Asl. Al suo interno i professionisti accolgono ragazzi con disabilità fisica, psichica e sensoriale. Qui i percorsi di riabilitazione si intrecciano con mirate attività ricreative. A mettere in discussione il futuro sono i tagli alla sanità. Lo scorso luglio, infatti, la Regione ha ridotto il budget da 320mila euro a 150mila, per il 2016. Di conseguenza, è stata mandata a casa più della metà dei pazienti. Ma senza una tempestiva retromarcia della Regione il centro riabilitativo rischia di chiudere per sempre.

Gli effetti. I genitori dei pazienti disabili sono in trincea da mesi. «Il centro ospitava 13 ragazzi, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16 - spiega Giuseppe Manna, il referente del gruppo genitori -. Da luglio, dopo la delibera della Regione, il direttore del centro si è visto costretto a ridurre i giorni da 5 a 3. Ma è stato anche ridotto il numero dei pazienti, che ora sono solo 5». Il centro di riabilitazione, diretto da Antonio Mele, offre un servizio essenziale. «Non è mica un parcheggio - continua Manna -. In questo luogo i ragazzi hanno la possibilità di crescere, socializzare e fare nuove esperienze, sempre seguiti da persone altamente specializzate. Quelli che sono stati mandati a casa ora chiedono di tornare al centro». Poi c'è un altro fattore: «In Gallura non ci sono altri centri di questo tipo. Questo è l'unico».

Futuro in bilico. I genitori sanno bene che è molto difficile tenere aperto un centro di questo tipo per sole 5 persone. Quindi hanno preso carta e penna e scritto direttamente alla Regione. «Esprimiamo il nostro disappunto per i tagli al finanziamento iniziale alla struttura, che ora si vede costretta a ridurre drasticamente il numero dei ragazzi e molto probabilmente alla chiusura - scrivono i genitori -. La Regione deve sapere che questi provvedimenti ci coinvolgono negli affetti più intimi, poiché vediamo colpiti in un servizio essenziale i nostri figli che già vivono sulla propria pelle situazioni di sofferenza, disagio e svantaggio. Tutto ciò provoca in noi un senso di sgomento, frustrazione e rabbia verso quelle istituzioni che dovrebbero avere, sopra ogni cosa, la cura dell'interesse dei più deboli e dei disabili. La situazione è drammatica, ma vogliamo concedere ulteriore fiducia alle istituzioni e chiediamo risposte chiare e definitive».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Ambiente a rischio

Avvistata una scia gialla, sulle Bocche l’incubo inquinamento

di Marco Bittau
Le nostre iniziative