La Nuova Sardegna

Olbia

«Pericolo, c’è amianto» ma l’allarme non esiste

di Angelo Mavuli
«Pericolo, c’è amianto» ma l’allarme non esiste

L’incredibile storia di burocrazia raccontata da un’anziana che vive al centro «Il Comune voleva demolire un ripostiglio perché inquinante: ma non era vero»

10 novembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





TEMPIO. Un’arzilla signora, proprietaria di un appartamento con annesso cortile nel centro storico della città, si è trovata in questi ultimi mesi al centro di una vicenda di ordinaria burocrazia. Con l’allarme amianto per una tettoia lanciato con oltre due anni di ritardo, con conseguente ordine di demolizione, poi ritirato perché l’amianto non c’era.

«Il 14 luglio scorso - racconta - mi è stata notificata dal Comune un’ordinanza sindacale nella quale, dopo tre pagine di annessi, connessi e “considerata” varie, mi si ordinava la messa in sicurezza di una tettoria “contenente amianto” posta a copertura di un ripostiglio nel cortiletto della mia abitazione. La cosa mi è stata chiesta con la massima urgenza stante la pericolosità del materiale, pena multe, sanzioni e provvedimenti vari. Quello che più mi ha sorpreso è stato apprendere che l’ordinanza sindacale era scaturita da una segnalazione (protocollo n.52718) giunta dal Dipartimento di Prevenzione, servizio igiene e sanità dell’Asl di Olbia nel lontano 11 ottobre del 2013, recepita nel protocollo del comune, al n. 23215, il 18 ottobre dello stesso anno. Praticamente l’ordinanza sindacale “urgente” è stata recepita in Comune dopo due anni e sette mesi».

Ben conoscendo i fatti suoi e certa dell’inesistenza di amianto in quella tettoia (“che qualcuno da qualche finestra soprastante aveva evidentemente radiografato” dice), la donna, così come da normativa, ha contattato uno dei sette laboratori in Sardegna in possesso dei requisiti per esaminare la presenza o meno di amianto nella tettoia.

«Inutile dire - racconta la signora - che ho fatto eseguire le analisi dall’Ecolab di Porto Torres, che l’esame quali-quantitativa di presenza di amianto con tecnica Ftir( molto più attendibile di una superficiale e distanzia osservazione dall’esterno) ha rilevato l’inesistenza di amianto. Ho inviato la certificazione ed il rapporto di prova, N. 1198/16 dell’Ecolab, alle competenti autorità, sanitarie ed amministrative».

Alla signora, che ha dovuto ovviamente sobbarcarsi le spese di tutto ciò, resta, «oltre che l’amaro in bocca per dei vicini forse pettegoli o annoiati», la curiosità per una ordinanza “urgente” emessa a due anni e sette mesi dalla segnalazione dell’Asl. «Non sarebbe stato più prudente - dice - intervenire al momento della ricezione della segnalazione nel 2013? E soprattutto, nel momento in cui si decide di agire, non sarebbe stato più logico venire per un controllo preventivo nella mia abitazione? Avrei evitato a loro il fastidio dell’ordinanza ed a me le spese delle analisi, in quanto sapevo, sin dal momento dell’acquisto della tettoia, che non era presente l’amianto. Evidentemente il dialogo fra Istituzioni e cittadini però è ancora là da venire».

Occorre anche dire che la prima ordinanza sindacale del 14 luglio, definita “contingibile ed urgente” che chiedeva la bonifica del sito, dopo la notifica delle analisi è stata annullata da un’altra ordinanza sindacale del 24 ottobre.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative