La Nuova Sardegna

Olbia

Siccità, arriva l’acqua del Padrongianus

di Tiziana Simula
Un momento della riunione nella ex sede della Provincia
Un momento della riunione nella ex sede della Provincia

La Regione al capezzale della Gallura assetata. Consorzio di Bonifica, sindaci e imprenditori agricoli: «Soluzioni urgenti»

25 ottobre 2016
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OLBIA. La Gallura assetata cerca risposte concrete per fronteggiare l’emergenza siccità: il livello dell’acqua nel Liscia è diminuito vertiginosamente, la portata registrata a settembre è di 30 milioni di metri cubi, il 30 per cento in meno rispetto alla capacità dell’invaso. Una situazione di massima allerta che non si era mai vista negli ultimi 94 anni. L’allarme lanciato dal Consorzio di Bonifica, dagli amministratori galluresi e dal Tag, il tavolo composto da associazioni di categoria e sigle sindacali, è stato ribadito e rinforzato in un lungo incontro con l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda e la commissione ai Lavori pubblici del consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas, ieri mattina in città. Un confronto con comuni, imprese e mondo delle campagne che rivendicano soluzioni immediate a una criticità cronica, negli ultimi due anni diventata emergenza.

La soluzione immediata. Una soluzione a breve termine c’è, e sarà finanziata con 2 milioni di euro, consentendo di recuperare 6 milioni di metri cubi. Questo è ciò che la Regione può fare nell’immediato, come ha spiegato Maninchedda. L’intervento sarà realizzato sul Rio Padrongianus con prelievo all’altezza del ponte Loddone e servirà, appunto, a captare e recuperare metri cubi d’acqua da immettere nella rete del Consorzio così da poterla riconnettere al distretto Olbia nord e Olbia sud. Una soluzione che fa parte di un piano complessivo da 20 milioni di euro (col quale si recupererebbero 20 milioni di metri cubi), presentato un anno fa in Regione dal Consorzio di Bonifica, ieri illustrato dal direttore Giosuè Brundu. Maninchedda è stato chiaro: «Riteniamo di riuscire a finanziare subito l’intervento da 2 milioni sul Padrongianus, ma le risorse necessarie per il resto del piano sono ingenti e si dovranno concordare delle priorità, cosa che comporterà sacrificio su altre opere – ha detto –. Dobbiamo recuperare 13 milioni di metri cubi dal Liscia e tra gli interventi a medio termine sono ricompresi quelli a Monte Tova, con il recupero di una condotta dismessa di Abbanoa, e Serra Alveghes, interconnessione con distretto Olbia Nord e Olbia Sud, quantificati complessivamente in 18 milioni di euro. È chiaro che li dovremo reperire spostandoli da altri interventi», ha rimarcato Maninchedda. Che ha riconosciuto l’emergenza della Gallura: «Nessun altro territorio è così».

Il grido d’allarme della Gallura. I lavori, a cui era presente anche il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto, si sono aperti con l’intervento del presidente della Confcommercio Tomaso Todde che a nome del Tag ha spiegato la situazione di emergenza idrica vissuti dal nord est dell’isola, costretta a subire restrizioni con pesanti disagi sugli usi civili, sulle attività agricole e l’allevamento del bestiame. A rimarcare le difficoltà del mondo delle campagne, i rappresentanti di Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Poi, la parola ai sindaci, a cominciare da Settimo Nizzi che, com’era inevitabile, ha preso la palla al balzo per affrontare la questione del piano Mancini. I primi cittadini di Monti, Emanuele Mutzu, di Oschiri, Piero Sircana, di Berchidda, Andrea Nieddu, e di San Teodoro, Domenico Mannironi, hanno suggerito una serie di interventi di carattere tecnico, come la realizzazione dello sbarramento sul rio Seleme (tra Monti e Alà dei Sardi) e l’allargamento del compendio irriguo della piana di Chilivani, nonché l’approvvigionamento anche dal Coghinas e non solo dal Liscia dei comuni che vanno da Oschiri fino a Monti.

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