La Nuova Sardegna

Olbia

Maxi bollette di Abbanoa in tv il caso di via Lisbona

di Dario Budroni
Maxi bollette di Abbanoa in tv il caso di via Lisbona

Gli abitanti in rivolta ospiti della popolare trasmissione “Mi manda Raitre” L’Adiconsum all’attacco: «I cittadini devono pagare soltanto i consumi reali»

30 settembre 2016
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OLBIA. Il caso di via Lisbona finisce dritto in tv, nel salottino di denuncia di Mi manda Raitre, sulla bocca del giornalista e conduttore Salvo Sottile. La storia che ha fatto drizzare le antenne della tv pubblica ha quasi dell'inverosimile e ha due protagonisti: Abbanoa e i condomini di una piccola palazzina. La vicenda in città è abbastanza nota: dal 2008 gli abitanti di un condominio di via Lisbona hanno consumato meno di 4mila metri cubi di acqua, mentre ad Abbanoa ne risultano 74mila non pagati, generati da una perdita occulta. L'ente gestore del servizio idrico ha quindi preteso il pagamento di una maxi bolletta da 240mila euro. Due volte in un mese Abbanoa ha provato a staccare l'acqua, ma i cittadini si sono sempre opposti. La battaglia, però, non è ancora finita.

“Mi manda Raitre” si è occupata del caso ieri mattina. Prima si è parlato di un problema abbastanza diffuso nell'isola, cioè il costo salatissimo di un'acqua che il più delle volte non è neanche potabile, con tanto di collegamento in diretta con Siniscola. Poi è toccato a Olbia: in studio due abitanti del condominio di via Lisbona, Liana Careddu e Rosella Cau, e Giorgio Vargiu, presidente Adiconsum Sardegna. Insieme hanno raccontato la storia della maxi bolletta e puntato il dito contro l'atteggiamento di Abbanoa. Ovviamente i cittadini vogliono pagare i consumi reali e non i 240mila euro, visto che Abbanoa è anche accusata di non aver mai fatto una lettura. Ai primi di agosto, comunque, gli operai di Abbanoa avevano tentato di staccare il contatore del condominio. Tre settimane fa sul posto si è invece presentata una ruspa, con l'obiettivo di interrompere le condotte fognarie direttamente dal sottosuolo, in modo da costringere gli utenti a non utilizzare l'acqua. Ed è qui che si è aperta una nuova battaglia. Adiconsum, infatti, spiega che, nel periodo compreso tra i due tentativi di slaccio, Abbanoa aveva già accettato la procedura di conciliazione, salvo poi mandare le ruspe. Ma c'è dell'altro. Adiconsum ha esaminato la richiesta fatta da Abbanoa al Comune per poter operare nel sottosuolo. «Abbanoa ha chiesto con l'inganno l'autorizzazione per sospendere il servizio - attacca Antonella Meloni, di Adiconsum –. Ha mascherato lo slaccio, facendolo passare per un normale intervento di riparazione delle condotte». Se Abbanoa fosse riuscita a interrompere le condotte fognarie, il sindaco sarebbe stato obbligato a ordinare l'inagibilità e lo sgombero della palazzina. «Quelle di Abbanoa sono dichiarazioni false. Per questo chiediamo al sindaco di prendere posizione» conclude Antonella Meloni.

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