La Nuova Sardegna

Olbia

Art bonus, la colletta per la cultura in Gallura è un grande flop

Serena Lullia
Le navi romane all'interno del museo
Le navi romane all'interno del museo

Nel sito di crowfunding nato per salvare le opere d’arte c’è un solo progetto Eppure in città non mancano i beni storici abbandonati e da valorizzare

26 settembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. I paperoni di Gallura non hanno la stoffa dei mecenati. Per ridare nuova vita ai tesori storici e archeologici del territorio non è arrivato un solo euro. L’Art bonus, il geniale sistema creato dal ministro della Cultura Dario Franceschini per finanziare l’arte, in Gallura è un flop. Solo un comune, Santa Teresa, ha iscritto sul sito www.artbonus.gov.it il suo progetto per conservare i libri storici. Al momento non ha però raccolto un solo centesimo. Eppure il meccanismo per valorizzare identità e cultura, indicati in ogni discorso pubblico come valori aggiunti del territorio, è semplice. Alla base dell’Art bonus c'è il crowdfunding, la raccolta di fondi su Internet. Comuni, Regione o enti pubblici possono inserire sul sito il loro bene da valorizzare. E chiunque potrà diventare un mecenate donando.

Olbia distratta. Più concentrato a cercare fondi in Europa, il comune di Olbia si è lasciato sfuggire una gustosa occasione in casa. Delle bellezze olbiesi dimenticate per mancanza di risorse non c'è traccia sul sito del ministero. Eppure la città, di beni archeologici e storici da far rinascere ne ha purtroppo un lungo elenco.

Lunga lista. A partire dal castello di Pedres. La fortificazione medievale osserva maestosa la città dalla cima della collina alla periferie di Olbia. L’edificio, diroccato in molte sue parti, continua ad avere un fascino ipnotico sui visitatori. Diversi siti in rete lo consigliano. Un pezzo pregiato della storia olbiese che potrebbe conquistare mecenati. Se solo il Comune lo inserisse nella lista dei beni da salvare.

E perché non scommettere sul museo archeologico. L’imponente edificio sull'isola Peddone è un forziere di storia e tesori a cui serve un progetto di valorizzazione e fruizione. Una risorsa che dovrebbe avere la priorità su cemento e mattoni. Ma nell’elenco dei beni per cui far scattare la colletta potrebbe rientrarci tranquillamente anche il teatro Michelucci. L’incompiuta di una delle più importanti matite del Novecento si consuma sotto il peso del tempo, del sole e della salsedine. Intorno erba alta, pareti dall'intonaco scrostato o sporche di scritte e disegni.

Distrazione contagiosa. Ma la distrazione di Olbia in materia di cultura è contagiosa. Anche i comuni dirimpettai non brillano per attenzione. Golfo Aranci, leader delle feste dell’estate potrebbe dedicare un po’ della sua inesauribile energia per valorizzare il dimenticato faro di Marconi, che appartiene alla Regione. Arzachena con tutti i paperoni che galleggiano sulle sue acque smeralde avrebbe dovuto sfruttare a pieno l’art bonus. Magari per presentare un progetto di valorizzazione dei preziosi reperti archeologici trovati nel complesso nuragico della Prisgiona. Un patrimonio solo in parte restaurato, ma mai esposto al pubblico. Bacchettata sulle mani anche per il comune della Maddalena che tra Caprera e l’isola madre ha un patrimonio di fortini militari abbandonati che aspettano solo di essere valorizzati. Fino a oggi per giustificare il mancato investimento in cultura la politica si appellava all’assenza di risorse. Motivazione un po' meno solida davanti all’opportunità dell’art bonus.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative