La Nuova Sardegna

Olbia

Tempio, il Comune: Abbanoa davanti ai giudici

Angelo Mavuli
Tempio, il Comune: Abbanoa davanti ai giudici

La giunta decide di agire in giudizio contro l’ente. Si deve ridurre il canone per il servizio, da 7 mesi l’acqua non potabile

04 settembre 2016
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TEMPIO. La Giunta ha deliberato “di agire in giudizio contro Abbanoa” per ottenere la riduzione del canone per il servizio idrico. La decisione è stata ufficializzata e resa operativa con una delibera (la numero 124), assunta nel corso di una riunione alla quale erano presenti tutti gli assessori. L’atto amministrativo, oltre che provvedere alla nomina del legale nella persona dell’avvocato Giuseppina Demuro, responsabile dell’Avvocatura civica, dispone anche il necessario accantonamento dei fondi per la causa.

Sana gestione. «La decisione -, ha dichiarato Biancareddu, riportando una motivazione della delibera stessa -, risponde a criteri di sana gestione delle risorse pubbliche, e scaturisce dopo avere contestato inutilmente gli importi delle tariffe applicate dal Gestore».

Tempio Libera. Tale azione era stata richiesta sin dal 29 gennaio scorso, da Antonio Balata, capogruppo consiliare di Tempio Libera che, 4 giorni dopo l’emissione dell’ordinanza di non potabilità, chiedeva che si procedesse immediatamente a chiedere ad Abbanoa il dimezzamento delle bollette della fornitura idrica. Richiesta che il sindaco Biancareddu, (quando ancora non si pensava che il divieto, ancora oggi in vigore, potesse durare così a lungo), riteneva, invece, dovesse farsi successivamente alla ripresa regolare del servizio, con dati e numeri concreti. Ora, dopo oltre 7 mesi di non potabilità, senza fattive soluzioni all’orizzonte, e dopo le comunicazioni di Abbanoa che ha già dichiarato di non avere alcuna volontà di procedere alla riduzione delle tariffe, l’esecutivo ha deciso di avviare l’azione giudiziaria.

Solide basi. La delibera dell’esecutiv basa le sue motivazioni su una poderosa giurisprudenza che per un contratto di fornitura idrica prevede norme ben precise sia per il gestore che per il cittadino. Nel caso l’acqua erogata non fosse potabile, il gestore deve essere riconosciuto inadempiente. L’utente, perciò, ha diritto alla riduzione del corrispettivo ed al risarcimento dei danni per responsabilità contrattuale e per i disagi subiti. Sulla stessa linea il Comitato Interministeriale Prezzi che dispone una riduzione del 50% per i periodi in cui l’acqua erogata non è potabile e che, soprattutto, mette in chiaro una serie di principi che spesso e volentieri il Gestore unico finge di non conoscere o dimenticare.

Il servizio. Il pagamento per la fornitura d’acqua non è una tassa, dice il Comitato Interministeriale prezzi, ma il corrispettivo di un servizio. Nel caso di Tempio, ormai da oltre setti mesi senza acqua potabile,(e lo rimarrà ancora a lungo), l’utente “ha diritto alla restituzione del canone per la depurazione e anche alla riduzione del canone per la fornitura”.

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