La Nuova Sardegna

Olbia

Scoperta maxi piantagione di cannabis

di Stefania Puorro
Scoperta maxi piantagione di cannabis

Su Canale, la droga (1.600 piante) avrebbe fruttato un milione e mezzo. Un arresto, ma la polizia cerca il resto della banda

24 luglio 2016
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OLBIA. La marijuana, se fosse arrivata sul mercato, avrebbe fruttato un milione e mezzo di euro. Ma il piano, curato nei minimi particolari, non è stato portato a termine. La polizia lo ha interrotto ancor prima che le 1600 piante di canapa indiana potessero essere raccolte ed essiccate. E ora quella grande piantagione creata con “professionalità” dai suoi autori a dieci chilometri dalla città, poco più avanti di Su Canale, non esiste più: era tra le più consistenti mai scoperte in Sardegna. Una piantagione “invisibile”, per il modo in cui era stata organizzata, ma che è venuta alla luce grazie a un’attività di indagine accuratissima. E’ stato anche arrestato un giovane disoccupato olbiese di 30 anni (P.S. le sue iniziali): deve rispondere di coltivazione di sostanze stupefacenti e furto aggravato. Ma lui è solo il primo, perché dietro questa storia c’è sicuramente una banda. Sulle cui tracce si trovano gli uomini del commissariato di via Copenaghen. I dettagli dell’operazione, condotta dalla sezione anticrimine guidata da Lino Collu con la collaborazione degli agenti delle volanti, è stata illustrata ieri dal dirigente del commissariato Fernando Spinicci.

Le indagini. Tutto nasce da un sospetto, lo scorso mese di maggio. Mentre si lavora nel cantiere della Olbia-Sassari, all’altezza del lotto 8, poco più avanti di Su Canale (frazione di Monti), la polizia nota uno strano via vai sulle stradine sterrate che si immergono nelle campagne. Un via vai costante, con persone che si dirigono sempre nello stesso punto.

La prima scoperta. I poliziotti cercano di capirci di più e scoprono che una corona di vegetazione fitta e impenetrabile nasconde un terreno ripulito e fresato alla perfezione. Impossibile scorgerlo non solo lateralmente, ma persino dall’alto: la chioma degli alberi viene infatti tagliata in modo da coprire quasi tutta l’area. Risultato: una sorta di serra naturale (60 metri per 20) all’interno della quale riescono a penetrare solo i raggi del sole. C’è un solo punto che rimane scoperto, e con un drone o con un elicottero si sarebbe potuto notare qualcosa. Ecco allora la soluzione: proprio in quel “buco” la banda accatasta erba secca, in modo da non svelare il progetto ideato.

Le telecamere. Che quel terreno servisse per qualcosa di illegale, era ormai chiaro. Tanto che la polizia, coordinata dal sostituto procuratore di Tempio Angelo Beccu, installa con l’aiuto di esperti numerose telecamere.

La piantagione. Si scoprono così una serie di persone impegnate a sistemare i semi di cannabis nel terreno. Le piante cominciano ad affiorare e a crescere grazie anche a un impianto di irrigazione modernissimo. I coltivatori utilizzano l’acqua di un pozzo artesiano, fanno scorrere sotto il terreno una tubazione per più di un chilometro, la collegano a due serbatoi da 5mila litri e garantiscono l’innaffiatura a goccia su ogni singola pianta. Un “investimento” complessivo di 40mila euro, del quale fa anche parte un contatore elettrico messo in funzione con la corrente rubata da un palo Enel.

L’arresto. Le immagini registrate riprendono bene il volto di un giovane: è quello arrestato ieri mattina a casa sua e di cui, (“poiché sono ancora un corso le indagini”, è stato detto), sono state fornite solo le iniziali. Tutte le piante (alcune già alte un metro) sono state estirpate dai poliziotti. E ora gli investigatori si stanno concentrando sugli altri componenti della banda.

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