La Nuova Sardegna

Olbia

L’autista di Faber ricorda la prima volta all’Agnata

di Angelo Mavuli
L’autista di Faber ricorda la prima volta all’Agnata

Anche Giovanni Mureddu, noleggiatore 87enne, tra le persone”di famiglia” Il ringraziamento ufficiale durante la cerimonia inaugurale della nuova piazza

23 luglio 2016
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TEMPIO. Fra i pochi personaggi citati da Dori Ghezzi e Cristiano De Andrè giovedì sera, durante l’inaugurazione di piazza Faber, il primo è stato Giovanni Mureddu, “l’uomo che ha portato a Tempio e all’Agnata Fabrizio”. Mureddu, classe 1929, oggi ha 87 anni, festeggiati il 12 giugno scorso e ben portati, «nonostante i milioni di chilometri trascorsi sulla strade». Così dice lui stesso, con orgoglio e un pizzico di nostalgia, prima di tuffarsi nei ricordi.

Il mestiere Giovanni Mureddu l’ha ereditato dal padre Pietro, autonoleggiatore già dal 1925. Mureddu aveva conosciuto, a Portobello di Gallura nel 1968 Giuseppe De André, padre di Fabrizio, che lì aveva la sua casa estiva. Per Mureddu Giuseppe De André era “il professore”. Insegnante, dirigente d’azienda e politico che tanta parte ebbe nella soluzione del sequestro di Fabrizio e Dori. Oggi Mureddu non parla volentieri di quel momento: «Lo seppi casualmente, racconta, tornai a casa ed immediatamente informai a Genova la signora Luigina Amerio, madre del cantautore. Poco più tardi mi telefonò il professore che mi chiese di andare a prenderlo, a una certa ora, all’aeroporto di Olbia dove con il generale dei carabinieri Dalla Chiesa». «Di più non posso raccontare», dice Mureddu, che della discrezione ha fatto una regola di vita da 69 anni. Da quando cioè ha iniziato a fare il noleggiatore. «Con Fabrizio – racconta – è stata una avventura bellissima. Mi chiamava a Portobello, dove poi si sarebbe costruito anche una sua casa, abitata ora dal figlio Cristiano, e io lo raggiungevo». «A Fabrizio – racconta ancora Mureddu – non piaceva guidare. Aveva preso la patente a Tempio, ma era troppo distratto. Preferiva che fossi io a guidare». «Una volta – racconta ancora Mureddu – mi chiamò e mi disse che doveva andare verso Oristano a trovare amici. Finimmo nella Colonia penitenziaria di Isili dove stette per un’intera giornata con i detenuti, parlando e cantando con loro. Quel giorno era felice».

La scoperta dell’Agnata, a Tempio, avvenne quasi per caso. «Mi chiese – ricorda Mureddu – se conoscessi un posto riservato, sperduto nei boschi. Lo portai all’Agnata il cui proprietario aveva deciso di vendere. Fu amore a prima vista. Fabbrizio però non decise. Fece venire da Genova la madre che visitò il luogo, si informò di tutto e alla fine, diede il permesso». «Fabrizio – conclude Mureddu commuovendosi – era un figlio ubbidiente. Ero affezionato a lui e a tutta la sua famiglia. Per me e indelebile ricordo».

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