La Nuova Sardegna

OLBIA. Sono arrivati lunedì sera da Porto Pozzo. A piedi. Consumati da 50 chilometri sull'asfalto. Volevano prendere una nave a Olbia per andare via dalla Sardegna, magari per raggiungere la Francia o la Germania. Una storia di ordinaria disperazione, che ha come protagonisti 13 migranti sudanesi, ma che da alcuni olbiesi è stata scambiata per una specie di invasione barbarica. Così il più becero dei meccanismi del web è subito entrato in azione: la voce si è sparsa su Facebook e immediatamente sono scattati commenti, riflessioni sgrammaticate, qualche augurio di morte, deliri di chi vorrebbe ricorrere al lanciafiamme o al rullo compressore. Succede sempre, ogni volta che si parla di migrazione. Stavolta è accaduto sul profilo di un esponente politico locale. Cioè Angela Sotgiu, coordinatrice di Noi con Salvini, candidata senza successo nella coalizione di centrodestra. La rappresentante olbiese dei salviniani, divenuta nota grazie al suo santino a bordo di una ruspa, ha postato una foto dei 13 migranti all'Isola Bianca e ha scritto: «Questa è Olbia...Gli ospiti...». Sotto si è scatenata una valanga di commenti di odio verso quei poveracci a caccia di un futuro migliore. Come l’invito a ributtare in mare i migranti. Una autentica invasione di commenti beceri, razzisti di persone che sostengono così che la libertà di pensiero equivalga alla libertà di poter dire qualsiasi cosa, soprattutto perché si è seduti davanti a un computer e si agisce all’interno di un social network. I migranti diventano immondizia o gente da asfaltare senza pietà. Poi c'è chi è convinto, con il voto, di aver appena evitato l'islamizzazione della città: «Se avesse vinto Careddu ci avrebbe fatto invadere e avrebbe dato la città in mano agli ospiti islamici». (d.b.)