La Nuova Sardegna

Olbia

«Con la ricetta delle tre T una svolta indipendente»

di Giampaolo Meloni

Il leader della coalizione civica-identitaria punta su turismo, trasporti e territorio «Da due anni siamo in piazza per parlare di questi temi fondamentali per la città»

29 maggio 2016
4 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Una città che deve dialogare con il mondo, ma che per poterlo fare deve sapere costruire se stessa innanzitutto voltandosi verso il mare e sganciandosi dagli schieramenti della politica tradizionale, centrodestra e centrosinistra. La ricetta? «Il progetto 3 T», semplifica Marco Balata. Dottore commercialista, 42 anni, presidente del proprio ordine professionale, sposato con Michela, tre figli, componente del Cda di Porto Rotondo. Le 3 T? Turismo, trasporti e territorio. Sono l’impianto genetico di L’altra Olbia, associazione nata un anno e mezzo fa «con la politica dell’ascolto», spiega lo stesso Balata, candidato sindaco di questa coalizione civica e identitaria. «È stato un confronto con i cittadini sui problemi della città, sociali, sanità Abbanoa, Equitalia, un percorso che ci ha fatto maturare l’idea di partecipare alle elezioni con la mia candidatura. Non ci presentiamo a due mesi dal voto per cavalcare temi di antiche sofferenze della città, ma già da due anni siamo in piazza per dire no a Abbanoa, al piano Mancini, per dire che vogliamo il tribunale a Olbia».

Il percorso. Candidato alle ultime regionali con la lista Fratelli d’Italia, Marco Balata ha preso un’altra strada: «Questa città ha bisogno di persone nuove competenti, senza regie politiche. Negli ultimi quindici anni è certamente peggiorata e le responsabilità sono del centrodestra e del centrosinistra che hanno dimostrato di non volere bene alla città e agli olbiesi».

In più c’è la connotazione identitaria di un movimento che «ha sposato in pieno il progetto dell’altra Olbia». Non ha dubbi, Balata: « L’unica novità, indipendente è L’altra Olbia, gli altri compreso il Movimento 5 Stelle devono sottostare alle indicazioni di Roma qualsiasi decisione debbano prendere. A chi dice di essere lontano dai partiti ricordo che nella propria coalizione c’è Fratelli d’Italia».

Il brand. Ecco le tre T del programma: turismo, trasporti, territorio. «Riteniamo necessario costituire una task force per promuovere un brandi Olbia, Oggi sento molti slogan in giro sul turismo, ma questa è una città che ha sempre dato le spalle al mare. Noi riteniamo ci sia bisogno di aprirsi e promuovere la crescita, nel momento in cui si riesce a sanare i deficit di trasporto aereo e marittimo. Abbiamo proposto un servizio di charterizzazione per facilitare e sviluppare i collegamenti turistici, affiancando un processo di defiscalizzazione delle imprese turistiche».

La seconda T è quella dei trasporti. Viaggiano insieme, la nautica, dice Balata, e il progetto della minimetro di superficie, «che abbiamo studiato e ripreso dai cassetti del Comune. Fu presentato dall’amministrazione uscente, poi si è deciso di arretrare la stazione esistente, noi invece diciamo no perché vorremmo riqualificare quell’area con spazi verdi, piste ciclabili e con i binari già disponibili permettere ai turisti di avere maggiori servizi di mobilità all’interno e fino a Cala Moresca e Golfo Aranci».

Il territorio. È la terza T. «Questa è una città scippata per colpa del silenzio della classe politica. Noi diciamo che ci batteremo con forza per l’istituzione del Tribunale a Olbia: qualcuno tergiversa su questo aspetto, forse perché avere qualche voto in più nell’Alta Gallura fa comodo, e sotto gli occhi di tutti l’esempio dei Cinquestelle che da una parte dicono di volerlo a Tempio, dall’altra a Olbia. Vogliamo tutelare anche Port Authority e Asl, che subiscono continui scippi da parte della classe politica cagliaritana».

È un giudizio negativo sul rapporto con la Regione? «Certo, senza distinzioni di governo». Assegna l’insufficienza anche all’amministrazione comunale uscente? «Valutazione insufficiente rispetto agli ultimi quindici anni di politica locale, penso al centrodestra e al centrosinistra. Limitarsi solo agli ultimi cinque anni è riduttivo. C’è anche chi, sotto vesti civiche o sotto i propri partiti, essendo stato assente dal territorio per troppi anni, qualcuno anche parlamentare, ha assistito a questi scippi e avrebbe potuto incidere per evitarli, invece si ripropone al governo della città».

Meridiana. Che dice la coalizione identitaria rispetto agli investori del Qatar? «Quando ci si confronta con realtà importanti si deve dialogare – dice Balata –. Ma non possiamo pensare che il Qatar possa risolvere le buche delle strade o il passaggio a livello di Olbia, o Abbanoa. Certo, se poi investire significa lasciare a casa 1300 dipendenti, allora mi senso di schierarmi dalla parte dei dipendenti Meridiana e delle loro famiglie».

Il traguardo. «Sono sicuro che andremo al ballottaggio. Olbia ha bisogno di un cambiamento politico. I cittadini ci riconosceranno il merito di avere tenuto schiena dritta e testa alta e non essere caduti nei compromessi con partiti e vecchi schieramenti». Alleanze dopo il ballottaggio? «No. Sono sicuro di vincere le elezioni e diventare sindaco di Olbia, a prescindere. Sarebbe assurdo per gli olbiesi votare la stessa politica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative