La Nuova Sardegna

Olbia

Traffico di armi, assolto un autista di Anela

Traffico di armi, assolto un autista di Anela

L’uomo nel 2007 era stato arrestato con un compaesano: sul carro attrezzi trasportava un arsenale

28 aprile 2016
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OLBIA. Un autista di Anela, Antonio Michele Arcadu di 70 anni è stato assolto, ieri pomeriggio, dall’accusa di detenzione e trasporto di armi comuni, da guerra e relative munizioni. L’uomo era finito in manette nel maggio del 2007 quando, alla guida di un carro attrezzi che viaggiava a velocità sostenuta e con i lampeggianti accesi, venne bloccato nelle vicinanze di Benetutti da una pattuglia di carabinieri. Sull’autocarro fuori servizio, che non trasportava alcuna macchina, aveva preso posto un compesano dell’uomo – Bastiano Cosseddu, 48 anni, residente a Sassuolo (Modena) – il quale aveva sostenne che la merce stipata nel carro, alcune casse che avrebbero dovuto contenere piastrelle e altro materiale edile, era destinato ad una casa in costruzione. I militari controllarono la mercanzia e si trovarono davanti ad un vero e proprio arsenale costituito da fucili mitragliatori Ak (i famigerati kalashnikov, di produzione cinese), mitragliette M3 americane, diverse pistole calibro 7,65, una mitraglietta Skorpion (simile all’arma utilizzata dalle Br per uccidere lo statista Dc Aldo Moro), un Garand 7,62, un fucile americano in uso delle forze armate Nato)e migliaia di cartucce di ogni calibro, gran parte delle quali era munizionamento da guerra. I due vennero arrestati e l’arsenale sequestrato. La posizione processuale di Bastiano Cosseddu (assistito dal penalista Gianni Sannio) venne stralciata nel 2010 e l’uomo fu processato e condannato dal tribunale di Nuoro. Restava da decidere la posizione dell’autista del carro attrezzi, difeso dal penalista Lorenzo Soro, che venne rinviato a giudizio davanti al tribunale di Tempio per competenza territoriale. L’uomo, comparso davanti al magistrato, si è dichiarato del tutto estraneo al traffico di armi nel quale era coinvolto il compaesano. Argomenti difensivi fatti propri, ieri, dal legale dell’uomo, il quale ha sostenuto la estraneità del suo assistito dalle accuse mossegli in quanto si era prestato unicamente a dare un passaggio all’amico, ignorando quale fosse il reale contenuto delle casse che aveva caricato sul suo carro attrezzi che, per raggiungere al più presto l’abitazione del compare, viaggiava a tutta velocità e con i lampeggianti accesi. Le casse con le armi, giunte nell’isola nascoste sotto legname da costruzione, furono recuperate nella zona industriale di Olbia. L’armamento era destinato alla malavita isolana.

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