La Nuova Sardegna

Olbia

Cinque scelte per la città Primarie, domani al voto

di Giampaolo Meloni

Tra emergenze, progetti, incompiute e risultati raggiunti dal governo uscente Ecco alcuni casi spinosi che dovrà affrontare la nuova amministrazione comunale

18 marzo 2016
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OLBIA. La domanda a risposta secca spesso sacrifica il punto di vista dei candidati alle primarie della Coalizione civica e democratica (si vota domani dalle 9 alle 21) sui temi proposti. I si e i no sono accompagnati da forse e ma per spiegare scelte e prospettive possibili. Vediamo i responsi alle domande della Nuova Sardegna.

Il progetto del lungomare, di cui si è parlato nei mesi scorsi, è tra questi. Se per Renato Azara è «da integrare», per Carlo Careddu non fa una grinza, essendo generato dal suo assessorato all’Urbanistica, e Rino Piccinnu lo approva, mentre lo boccia senza riserve Andrea Mascia. Gianni Ricciu manda in porto l’idea ma sottolinea che riguarda via Genova, «e quello è un tratto del lungomare olbiese».

Più articolate le posizioni sull’istituzione della Zona a traffico limitato nel corso Umberto. Per Ricciu la decisione «va concordata con i commercianti, dopo avere individuato e messo a disposizione i nuovi parcheggi limitrofi al centro storico». L’istituzione della Ztl piace anche a Piccinnu e va concordata con i commercianri, «ma non tutto il giorno, solo il pomeriggio, con l’inversione del senso di marcia, in modo che da via Acquedotto si possa accedere ai servizi». Netta l’idea di Mascia: «Deve essere isola pedonale, asservita al centro da una rete di bus shuttle a propulsione elettrica da e per i parcheggi nell’area del Molo Brin». Via libera senza sbavature alla Ztl per Careddu. «Va concepita in un progetto di città sostenibile – osserva Azara – che non può essere chiusa. Il centro deve pullulare di nuova appartenenza, un salotto della città, con il grande appeal dell’identità di Olbia. È aberrante che i centri commerciali siano più vivi dei centri storici».

Esigenze di miglioramento affiorano anche per la raccolta differenziata. «Sono felice che ci sia, ma il servizio va integrato», dice Azara. Careddu osserva che «eravamo la maglia nera nella raccolta rifiuti e siamo diventati un modello che fa scuola in Sardegna, con il 70 per cento della differenziata». Del tutto rovesciata l’idea di Mascia: «Il sistema attuale è indecoroso per la città». Piccinnu è ottimista: «Adesso funziona bene, può essere perfettibile», mentre Ricciu dà al servizio un sì chiaro.

Più severe le valutazioni sulla piazza Mercato. Ricciu: «Va data una destinazione diversa dal non luogo che rappresenta oggi. Allo stato attuale è un’opera incompiuta». Anche Piccinnu ritiene che sia «un’incompiuta che non può essere lasciata nel centro storico. Occorre studiare e trovare una soluzione». Nessuna perplessità per Azara: «Assolutamente la piazza sarà modificata. Un’esigenza primaria tornare al valore storico della città». Taglia corto Careddu: «Sì, da rifare».

Decisamente più articolati i pareri sulla discarica di Spiritu Santu. Rino Piccinnu osserva: «Piacerebbe a tutti, ma non si può chiudere, ci vorrebbero decine di milioni. Il problema è: dove fare la nuova discarica? Se si dovessero trovare i denari non mi dispiacerebbe farla da altre parti. Se un altro dei Comuni conferitori fosse disponibile, non sarebbe male. Va rimodulata con il biogas e il metodo della differenziata con la riduzione degli odori». Carlo Careddu esalta il contributo del nuovo metodo di raccolta nella riduzione di 20mila tonnellate in meno di rifiuti conferiti. «Ma il punto è che noi, Olbia, abbiamo già così contribuito a chiuderla». La discarica è sovracomunale. Il paradosso è che Olbia ha già ridotto le 20mila tonnellate, ma altri Comuni che la differenziata non la fanno usano la stessa discarica a Olbia. La città ha dato anche in questo caso prova della propria generosità. Ora tocca ad altri». Chiudere «sarebbe bello – pensa Azara –, ma non si può, occorre un’alternativa». Di certo, obietta Andrea Mascia, «non può stare dove è». Sì, va chiusa, è il parere di Ricciu, «dando il via all’estrazione del biogas da trasformare in gas metano per la città».

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