La Nuova Sardegna

Olbia

«Ecco la città che vorrei» I 5 candidati a confronto

di Giampaolo Meloni

Cosa cancellare e quale patrimonio salvare dell’amministrazione uscente? Primo faccia a faccia pubblico sui progetti degli aspiranti alla carica di sindaco

17 marzo 2016
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OLBIA. Calcare sull’acceleratore della crescita per costruire una città che sia padrona del proprio ruolo e sappia farsi riconoscere per la propria autorevolezza nel territorio e in Sardegna: è il comune denominatore per i cinque candidati alla carica di sindaco che sabato affronteranno la sfida con il parere e la scelta della città, le primarie. La Coalizione civica e democratica si è offerta nel pomeriggio alla radiografia pubblica nella sala Lodovici nel terminal dell’aeroporto Costa Smeralda. Il primo confronto pubblico per per Carlo Careddu, Rino Piccinnu, Renato Azara, Gianni Ricciu e Andrea Mascia, promosso dal gruppo Civitas domani ispirato da Giommaria Uggias.

I volti del centrosinistra con buona dose di civismo propongono una breve autobiografia politica, già più volte raccontata con interviste radiofoniche e la scorsa settimana nelle pagine della “Nuova”. Proprio dal nostro giornale, attraverso il responsabile della redazione della Gallura Marco Bittau, che coordina il confronto, arrivano i temi sui quali i cinque competitori devono farsi conoscere meglio e raccogliere il consenso.

Continuità o discontinuità

con l’amministrazione uscente.

«Non una o l’altra, ma entrambe le strade vanno percorse», sostiene Renato Azara (Partito dei sardi). Il nodo, spiega «è superare lo stato di perenne emergenza, eredità di ciò che non è stato fatto nel passato». Il nuovo sindaco dovrà interpretare questa virata «cambiando le dinamiche politiche, dialogando con tutte le categorie e soprattutto le imprese».

Su una marcata autorevolezza, da conquistare nel rapporto con gli altri Comuni, che «ci hanno impedito di affermare scelte decisive e di crescere», punta Rino Piccinnu (Pd). La continuità, per lui che è anche assessore alle Politiche sociali nella giunta uscente, è «nei tanti progetti nel cassetto, ma anche nella condivisione in tutti i settori dei regolamenti, garanzia di trasparenza sugli appalti» approvati nel suo settore amministrativo. Da «esportare», dice Piccinnu, anche il modello di concertazione applicato nel rapporto con i indacati.

Che si debbano recidere «slogan non più attuali» della politica e dello stile amministrativo, è la convinzione di Gianni Ricciu (Pd). Da valorizzare, sostiene, il passaggio «dalla politica del fare al fare bene», che ha distinto l’amministrazione uscente, nella quale è consigliere comunale di maggioranza. In futuro ci dovrà essere «maggiore celerità nella programmazione e nella realizzazione», se si vuole approdare al «progetto giusto» per Olbia: «essere di nuovo una città leader della Gallura».

Dinamicità e prontezza amministrativa, costante nelle 24 ore, devono essere le caratteristiche del sindaco secondo Andrea Mascia (Pd). «Deve – precisa – saper rispondere immediatamente alle esigenze dei cittadini». Ma per costruire una «città internazionale» occorre anche, secondo il comandante di Meridiana, «la mobilitazione costante degli olbiesi. Altrimenti continuiamo a perdere pezzi da tutte le parti».

Che Olbia debba «avere maggiore peso nello scenario politico del territorio e regionale», è convinto Carlo Careddu, vicesindaco e assessore dell’Urbanistica in carica. Si tratta, dice, di evitare di essere «trattati come l’ultimo comunello», come è accaduto per la riforma degli Enti locali. Tuttavia richiama «la tenacia e la forza con la quale sono stati affrontati i problemi e la programmazione». Si è cercato, spiega, «di impostare un modello amministrativo che potesse esaltare il territorio, dal turismo al piano di utilizzo dei litorali sino al porto turistico integrato con il centro storico».

Prospettive e alleanze

verso il ballottaggio.

Fatte le primarie si dovrà pensare al voto vero per l’elezione del sindaco. «La coalizione – commenta Ricciu – può essere attrattiva verso le altre forze politiche serie che vogliono cambiare con la forza delle idee». Mascia è di altro avviso: «Chi per anni ha fatto politiche sbagliate non può promettere di cambiare la città», come dire, attenti a chi si sceglie. Lui guarda con attenzione al «pensiero civico» della lista di Marco Balata. Più che alle alleanze, Azara pensa alla necessità di «studiare il territorio», per attrezzarsi di «forza e certezze da esercitare senza tentennamenti nei confronti di chiunque», a cominciare dal Qatar. «Carlo Careddu «vuole «fare squadra per il governo, le alleanze si fanno su base programmatica. Nè con Salvini, nè con chi del rischio idrogeologico ha fatto una bottega selettiva, nè con chi ha atteggiamenti discriminatori». Rino Piccinnu ritiene più difficile «trovare sintesi nell’apparentamento», cioè alla vigilia del voto per il sindaco: «Meglio ragionarci ora», dice pensando di «fare ogni sforzo per ricondurre all’amministrazione chi ha già fatto un pezzo di strada con noi».

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