La Nuova Sardegna

Olbia

Alluvione a Olbia, per il comandante dei vigili il Comune si attivò in ritardo

Il comandante dei vigili urbani di Olbia Gianni Serra
Il comandante dei vigili urbani di Olbia Gianni Serra

Gianni Serra, chiamato a testimoniare al processo per i morti del novembre 2013, ha dichiarato che il centro operativo comunale di Olbia non era attivo nonostante l'allerta di livello rosso diramata dalla protezione civile

14 marzo 2016
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TEMPIO PAUSANIA. Mancata attivazione del Centro operativo comunale (Coc) nonostante l'allerta di livello rosso diramata dalla Protezione civile; primi provvedimenti assunti dal Comune solo nel pomeriggio del 18 novembre 2013, quando la città era ormai sprofondata nel caos; nessun recepimento del Piano di assetto idrogeologico (Pai) commissionato nel 2008 e consegnato all'amministrazione comunale nel 2011. Queste le anomalie sottolineate in oltre tre ore di deposizione dal comandante dei vigili urbani di Olbia, Gianni Serra, chiamato a testimoniare al processo in corso a Tempio Pausania per i morti e i danni causati dalla tragica alluvione del 18 novembre 2013: 13 vittime solo in Gallura, 19 in tutta la Sardegna, compresa una persona dispersa nel nuorese e mai ritrovata.

Serra ha ricostruito le giornate del 17 e 18 novembre di due anni e mezzo fa, riferendo come nel primo pomeriggio del 17 la Protezione civile avesse emanato l'avviso di criticità elevata per la giornata successiva, a cui però non seguirono i provvedimenti dell'amministrazione comunale, che si mosse solo nel pomeriggio del 18, quando ormai la città era sommersa da migliaia di metri cubi di acqua e fango. Sollecitato dalle domande degli avvocati di parte civile, il comandante dei vigili ha confermato la mancata attivazione del Centro operativo comunale (Coc) nei tempi prestabiliti, cioè entro 15 minuti dal ricevimento del fax della Protezione civile. Durante le deposizioni - dopo Serra sono stati ascoltati centralinisti, sommozzatori e carabinieri - sono state proiettate in aula fotografie e immagini che hanno testimoniato la potenza distruttrice del ciclone Cleopatra.

«Si è purtroppo assistito alla mancata allerta della popolazione - ha sottolineato l'avvocato Giampaolo Murrighile, che rappresenta i parenti di una delle vittime - Una catena di errori che ha prodotto una gestione improvvisata e scoordinata degli interventi di soccorso e di messa in sicurezza dei cittadini. Situazione che invece non si è ripetuta nel 2015, quando il Coc è stato attivato mezz'ora dopo la ricezione dell'allerta». Sul banco degli imputati ci sono i sindaci di Olbia (oggi presente in aula) e di Arzachena, rispettivamente Gianni Giovannelli e Alberto Ragnedda, i tre funzionari comunali Antonello Zanda, Gabriella Palermo, Giuseppe Budroni, e un funzionario provinciale, Federico Ceruti Ferrarese: tutti sono accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro ambientale e mancata attivazione delle procedure d'allarme. Il processo è stato aggiornato al 18 marzo prossimo.

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