La Nuova Sardegna

Olbia

Piano Mancini, in aula i 133 no degli espropriati

di Serena Lullia

In discussione le osservazioni dei cittadini toccati dal progetto anti-alluvione In delibera l’adozione definitiva del progetto per far partire alcuni lavori urgenti

09 marzo 2016
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. La lunga notte del Piano Mancini. 133 osservazioni e una discussione cominciata solo alle 21,30. All’ordine del giorno le controdeduzioni dei cittadini ai quali il Comune dovrà espropriare i terreni. Una scelta obbligata per consentire l’allargamento dei canali e far posto alle vasche di laminazione.

Sospensioni interminabili. I pochi coraggiosi cittadini che scelgono di assistere al Consiglio scoprono che nell’aula di Poltu Quadu la puntualità è una forma di rispetto dimenticata. Consiglio convocato alle 16. L’inizio dei lavori slitta alle 18,30, con le minoranze in aula dalle 17 e la maggioranza in conclave pre-Consiglio per due ore. Alle 19,50 nuova sospensione e altra riunione di maggioranza.

La poca forza dei numeri. Al rientro in aula le minoranze tentano il blitz e levano le schede di presenza. Con un appello alquanto estroso la seduta però risulta valida. L’opposizione chiede la verifica del numero legale. Alcune schede sono inserite ma le sedie vuote. Nel frattempo la maggioranza si affretta a richiamare gli assenti. La provvidenziale stampella dei consiglieri Stefano Giua e Nicola Midulla rende la seduta valida con 15 presenti.

Le osservazioni. 133 cittadini hanno replicato alla lista degli espropri decisa dal Comune. Espropri che, rispetto alle previsioni iniziali si sono però ridotti della metà. I tecnici li hanno divisi in diverse categorie. La maggior parte, 64, fanno riferimento ai disagi che i proprietari subirebbero per effetto dell’allargamento della fascia di tutela dei canali. Osservazioni da respingere secondo l’ufficio tecnico, ma con emendamento. A presentarlo è il sindaco. Prevede che “nella progettazione esecutiva vengano adoperati gli accorgimenti necessari per diminuire i disagi alle proprietà e garantire gli accessi; valutare accordi con per cessioni aggiuntive o permute e ridurre le indennità di esproprio. «Un emendamento slogan e inutile», lo definisce il consigliere di Unidos, Tonino Pizzadili.

Delibera matrioska. La contestazione è sui contenuti e sulla forma. «Spesso il titolo della delibera è una sintesi, ma mentre l’oggetto recita “Opere di mitigazione del rischio idraulico - controdeduzioni”, leggendo il resto del testo vado a scoprire che ci viene chiesto di approvare l’adozione definitiva del Piano Mancini. In più ci viene presentata una procedura d’urgenza che non capisco dal momento che mancano ancora diversi via libera al Piano di alcuni enti». Sulla stessa linea il consigliere Pizzadili. «Con un trucchetto ci presentate una delibera che nasconde altro al suo interno – attacca –, cioè l’adozione definitiva, con relativo quadro economico, del Piano Mancini. Così prendete in giro il Consiglio comunale e i cittadini». Le parole di Pizzadili innescano la reazione del sindaco. «Questo è sciacallaggio politico», dice. «Sciacallo è lei signor sindaco che avvalla questa delibera creata ad arte per non dire la verità». Durissimo anche il consigliere di Forza Italia, Angelo Cocciu. «Da olbiese mi sono venuti i peli dritti nel vedere le vasche di laminazione ai bordi della città. Ci vuole fegato a portare avanti azioni così dannose».

Il tecnico. Il dirigente all’Urbanistica Azzena prova a spiegare la forma della delibera. «Senza approvazione di urgenza non si può procedere ad appaltare le opere che non necessitano di Vas come il ponte di Isticcadeddu» dichiara.

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative