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Aggressioni tra le mura domestiche: triste record

OLBIA. Sono circa 200 le donne vittime di violenze seguite da Prospettiva Donna e 5 in questo momento quelle ospitate nella casa protetta insieme con i loro 7 figli. «La situazione è gravissima e la...

16 febbraio 2016
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OLBIA. Sono circa 200 le donne vittime di violenze seguite da Prospettiva Donna e 5 in questo momento quelle ospitate nella casa protetta insieme con i loro 7 figli. «La situazione è gravissima e la violenza sulle donne è sempre più un allarme sociale - spiega Patrizia Desole -. Anche la scorsa è stata una settimana nera, durante la quale altre donne si sono rivolte a noi per chiederci aiuto, per sfuggire dai loro compagni o mariti violenti, o dagli ex che le perseguitano». Sono sempre i casi di violenza domestica (86%) i più diffusi, ma lo scorso anno sono aumentate del 3% (dal 30 al 33%) le violenze sessuali sia all’interno di una relazione affettiva che al di fuori. In aumento anche il numero delle donne italiane maltrattate e picchiate, mentre i comuni dove si registrano più casi sono quelli di Olbia, Arzachena, Buddusò, Loiri Porto San Paolo e Tempio. L’età media oscilla tra i 31 e i 50 anni, ma ci sono state anche situazioni terribili che hanno coinvolto alcune ragazzine.

Il lavoro di Prospettiva Donna va avanti, senza sosta, dal 2002. «Quando abbiamo cominciato - ricorda Patrizia Desole -, non avevamo neppure un posto dove poter ospitare le donne vittime di violenza. All’inizio ci ha dato una grande mano suor Luigia Leoni, mentre il nostro centro, negli anni, è diventato una realtà sempre più consolidata. Oggi le donne sono più informate: sanno che cosa facciamo e sanno di poter contare su un punto di riferimento. Eppure c’è ancora qualcuno che non ci conosce - aggiunge la presidente dell’associazione -, e questo vuol dire che c’è ancora da lavorare».

Per il centro antiviolenza, la sinergia è alla base di tutto. «Lavorare da sole non ha senso, la collaborazione è fondamentale - precisa Patrizia Desole -. E la conferma è arrivata dai tanti progetti attuati con le forze dell’ordine, con la Asl, con le aziende private (che danno un lavoro alle “nostre” donne), con le altre associazioni e con il Comune. La collaborazione con l’assessorato ai Servizi Sociali è particolarmente forte: noi assistiamo le donne, le teniamo per mano durante un lungo percorso e poi i Servizi sociali trovano per loro sistemazione e lavoro. Un altro traguardo è rappresentato dal protocollo operativo (siglato nel 2009 e poi arricchito) che ha lo scopo di promuovere strategie condivise per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. È stata inserita un’équipe multidisciplinare, perché i casi sono sempre più complessi e i maltrattanti esercitano forme di violenza sempre più gravi». (s.p.)

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