La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, Natale amaro per 70 dipendenti della Clea

Serena Lullia
Olbia, Natale amaro per 70 dipendenti della Clea

L'imprenditore Iervolino mette in cassa integrazione per 13 settimane la metà dei lavoratori della lavanderia industriale. All'inizio dell'anno chiusa l'emittente regionale 5 Stelle Sardegna

21 novembre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Una cassa integrazione silenziosa, che non fa clamore. Con dignità 70 dipendenti della lavanderia industriale Clea hanno accettato di restare a casa per 13 settimane. A rotazione e zero ore. L'azienda dell'imprenditore Gianni Iervolino, pezzo pregiato dell'economia olbiese, per non morire sceglie la cassa integrazione per 70 dei suoi 130 lavoratori fissi. I sindacati hanno messo la firma sull'intesa. Un autografo vissuto tra speranza e preoccupazione. La crisi mette in ginocchio l'impero di Iervolino. Il primo settore a cadere è stato l'editoria. Addio all'emittente regionale Cinque stelle. Licenziati giornalisti e tecnici. Spenta una delle poche voci dell'informazione regionale in Tv. La produzione di carta, con la Marbo, ancora resiste. Il calo degli ordini ha imposto una riorganizzazione del lavoro nella fabbrica della zona industriale. Alcuni dipendenti hanno accettato il part-time. Ora nel girone infernale è il turno della Clea.

Non una prima volta. Non è la prima volta che la Clea mette in cassa integrazione i suoi dipendenti. «Questo è il terzo anno di fila – spiega Luca Velluto, segretario territoriale della Femca Cisl –. Come negli ultimi due anni l'azienda sta affrontando una serie di problemi sul mercato. Sia per un calo nelle commesse sia perché fa fatica a recuperare alcuni crediti». Tra i clienti più importanti della Clea ci sono le Asl. I 90 giorni di tempo per il saldo delle fatture tendono a non essere quasi mai rispettati. «Inoltre la stagione estiva non è stata delle migliori _ – aggiunge Velluto –. Lo confermano i numeri. Le assunzioni di lavoratori stagionali sono state la metà rispetto al passato. Se l'azienda non riesce a trovare nuove commesse è difficile superare il momento di difficoltà e uscire dalla cassa integrazione». Nel 2013 la Clea aveva messo in cassa integrazione ordinaria 40 persone. Diventate 50 nel 2014. Nel 2015 70.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.12486254:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.12486254:1653330574/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Tra ottimismo e dubbi. Prova a dare una lettura ottimistica della vertenza in corso Marino Bussu, coordinatoe per la Galura della Cgil Filctem. «Invece di parlare di esuberi o di chiusura di reparti siamo riusciti ad avere una cassa integrazione a rotazione – dichiara –. Almeno per arrivare alla nuova stagione. D’inverno il calo delle commesse è strutturale. Ma la società sembra intenzionata a investire sulla lavanderia, anche acquistando nuovi macchinari».

Natale amaro. Tre mesi con lo stipendio all'80 per cento. Che l'azienda molto probabilmente non potrà anticipare. Un Natale senza sorrisi. «Allo stato attuale la società non è in grado di anticipare la cassa – aggiunge Velluto – . A differenza degli altri anni il pagamento dovrà essere fatto direttamente dall'Inps. Speriamo che non ci siano ritardi».

Il futuro. Finita la cassa integrazione, tra 13 settimane, i dipendenti dovrebbero ritornare a lavorare in lavanderia tutti 130 a orario normale. Ma il condizionale è d'obbligo. «L’azienda non ha presentato un piano industriale ma l'imprenditore dice di essere ottimista – conclude il rappresentante della Cisl – e conta di avere nuove commesse».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La tragedia

Tre vite e tre famiglie distrutte nello schianto sulla Sassari-Alghero

di Davide Pinna
Le nostre iniziative