La Nuova Sardegna

Olbia

Una rete idrica gruviera, serve un intervento vero

di Enrico Gaviano
Una rete idrica gruviera, serve un intervento vero

Il ciclone Mediterraneo ha messo a nudo la carenza annosa dei sottoservizi L’assessore Spano: «In passato problema ignorato. Ora un tavolo con Abbanoa»

08 ottobre 2015
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OLBIA. Sotto l’asfalto, tanta acqua. Purtroppo non solo dentro, ma anche fuori dai tubi. E la rete di acque bianche è quasi dappertutto mischiata e comune con quella fognaria. Capita così che a Olbia i tubi si rompano spesso e volentieri e che questa evenienza diventi più probabile in caso di forti precipitazioni e, ovviamente, quasi certo in caso di alluvione, come è capitato il primo ottobre. Il ciclone Mediterraneo ha reso evidente, però, quello che si sapeva già: i sottoservizi , decennio dopo decennio, non sono stati curati dalle varie amministrazioni che si sono succedute e ora si paga il conto. Sottoforma anche di drammi sfiorati: sabato scorso in via San Gallo, subito dopo la chiusura del mercatino, si è aperta una grossa voragine sulla strada, per fortuna quando ormai sulla via non passava più nessuno, nè pedoni, nè auto.

Il Comune. L’amministrazione comunale, secondo quanto sottolineato dall’assessore all’ambiente, e competente per le reti idriche, Giovanna Spano, è rimasta con il cerino in mano. «In quattro anni abbondanti di nostro governo, abbiamo avuto un finanziamento di 170mila euro dalla Regione, per interventi relativi alla rete idrica. Troppo poco davvero per poter sperare di mettere ordine a una situazione che è diventata in decenni complicata perchè le precedenti amministrazioni hanno ignorato il problema». Soluzioni? «Interventi strutturali – dice ancora la Spano – e tanti soldi. Soprattutto basta con i lacci del patto di stabilità, che spesso e volentieri ci hanno frenato anche in questo settore».

Mappatura. Intervenire sì, ma prima bisognerebbe anche capire che cosa c’è davvero sotto terra. «In questi anni uno dei nostri obiettivi – prosegue la Spano – è stato quello di fare la mappatura delle acque bianche. E l’abbiamo fatta. Ma resta da fare quella delle reti fognarie, che spesso si intersecano o diventano comuni con quelle delle acque bianche. Per questo servirebbe il sostegno di Abbanoa». Passata l’emergenza alluvione, il Comune vuole cercare di dare un’accelerata a questa situazione, convocando un tavolo tecnico per sedersi insieme a l’ente gestore dell’acqua.

Finanziamenti. C’era un progetto di sistemazione dell’intera rete di acque bianche e di rete fognaria nell’area compresa dal Gadduresu a via Roma, attraversando vie densamente abitate come via Ogliastra e via Campidano. La sistemazione avrebbe richiesto circa tre milioni di euro, richiesti alla Regione. Ma questo finanziamento non è stato mai concesso. Ora verrà reiterato, sperando che possa essere accolto anche alla luce di quanto avvenuto il primo ottobre e della necessità di controllare l’acqua che scorre in superficie, ma anche quella che c’è sotto terra, sia quella canalizzata che quella delle tante falde acquifere su cui è poggiata la città di Olbia.

Giua-Degortes. Fra i tanti quartieri in cui si articola la città, uno di quelli che risente maggiormente del problema è sicuramente quello del piano di risanamento Giua Degortes. Gli abitanti di quella zona segnalano il ripetersi di fuoriuscite in strada e di sversamenti sul canale Paule Longa di acque provenienti dalla rete fognaria, con conseguente inquinamento. Innumerevoli anche le situazioni di asfalto che salta, con immaginabili pericoli per i pedoni e per le auto che transitano. Esempi sono le condizioni del bitume in via Como, via Faenza, via Svizzera, via Ragusa. Situazioni che evidentemente vanno risolte anche in questo caso con interventi complessi. Ma che il Comune, con le attuali risorse, non può sostenere.

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