La Nuova Sardegna

Olbia

Il dolore di una donna coraggio: ancora nell’incubo

Il dolore di una donna coraggio: ancora nell’incubo

Francesca Cavassa, madre di Fabrizio (il giovane affetto da atassia) ha di nuovo la casa distrutta: «Aiutate mio figlio»

06 ottobre 2015
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OLBIA. Un dramma nel dramma. Una madre coraggio che continua a lottare ogni giorno per far star bene suo figlio Fabrizio, ora deve di nuovo ricostruire quello che il ciclone le ha portato via.

Francesca Cavassa vorrebbe risvegliarsi da un brutto sogno, ma ogni minuto che passa si rende conto che è costretta a convivere ancora con una terribile realtà. L’alluvione del primo ottobre ha disintegrato tutto ciò che si trovava nella sua abitazione di via Baratta 20. Esattamente come era accaduto il 18 novembre 2013.

Ma ciò che le fa più male è che molti degli apparecchi e degli strumenti di suo figlio Fabrizio, affetto da atassia, e per il quale da anni la città ha creato una lunga catena di solidarietà, sono andati a pezzi.

«Non faccio altro che raccogliere e buttare via, quasi nulla si è salvato. Mi giro e mi guardo attorno e vedo solo distruzione. Fabrizio ha perso anche la sua carrozzina e tanti altri ausili per lui fondamentali. Abbiamo recuperato solo la hand bike, con la quale intende partecipare alla pedalata ecologica, appena si stabilirà una nuova data. L’arredamento è ormai inservibile - continua Francesca Cavassa -, solo una piccola parte della cucina non ha subito danni. Il resto è stato divorato dall’acqua. Anche questa volta i danni sono ingenti e per ricomprare e sistemare ogni cosa, penso che ci vorranno quasi 40mila euro. Avevo terminato da poco di rimettere a posto completamente la mia casa, dopo l’alluvione del 2013. E adesso devo ricominciare daccapo. C’è tanta rabbia in me, ma non voglio fare polemiche. Voglio solo dire che lo Stato, adesso e una volta per tutte, deve fare il possibile per proteggerci. Non si può continuare a vivere nell’incubo. E’ un dolore troppo grande, una disperazione immensa, di fronte alla quale non riusciamo a vedere una fine».

Francesca Cavassa e la sua famiglia, quando è scattata l’allerta con codice rosso, hanno subito lasciato la casa di via Baratta.«La Geasar ci ha messo a disposizione un appartamento nella zona dell’aeroporto ed esprimiamo ancora la nostra gratitudine. Speravamo che questa volta i danni fossero più limitati, ma non è purtroppo stato così». Poi l’appello accorato, pensando al suo Fabrizio. «E’ soprattutto lui che ha bisogno di aiuto. E chi volesse dargli una mano, in un momento di grandissima emergenza, può spalancare ancora una volta il suo cuore generoso. Potete anche contattarmi al mio numero: 347-8829339». (s.p.)

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