La Nuova Sardegna

Olbia

il caso

Mattana: serve un centro diurno

Mattana: serve un centro diurno

L’associazione Libere energie dice no all’ordinanza anti-barboni

23 agosto 2015
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OLBIA. Libere energie non sta a guardare. L’associazione che da anni si occupa di assistere i senzatetto, guidata da Ginetto Mattana, interviene dopo l’ordinanza del sindaco Gianni Giovannelli contro il bivacco e l’accattonaggio. Una mossa, quella del primo cittadino, messa in campo dopo alcuni episodi che stanno interessando il centro storico. «Come sempre, per colpa di pochi, sono in molti a pagare le conseguenze – dice Ginetto Mattana -. L’ordinanza, oltre all’allontanamento coatto, prevede il sequestro e la distruzione di quei pochi averi di chi è costretto a girovagare per la città. Ma come si può fare di tutta l’erba un fascio, quando sappiamo che la maggior parte di loro è costretta a questo genere di vita a causa di una società spietata che li ha messi da parte, dopo la perdita di lavoro, della propria casa e della famiglia? La problematica di chi vive senza fissa dimora non la si può capire facilmente se non si entra nella vita di ognuno di loro, senza capire quanto sia dura e umiliante». Poi il presidente di Libere energie continua: «È vero che a Olbia esiste un dormitorio, ultimamente stracolmo, il cui orario di apertura copre la fascia oraria che va dalle 20 alle 8, ma ciò non basta perché durante il giorno sono costretti a restare fuori. E dove, se non nei luoghi pubblici, visto che non hanno alternativa?». Infine Mattana ribadisce la proposta della sua associazione: «L’alternativa, mai presa in considerazione dall’amministrazione, è il centro diurno. Un posto che permetterebbe a queste persone di trascorrere la giornata al riparo e che potrebbe offrire programmi specifici di occupazione, formazione e quei servizi inesistenti come docce, lavanderia, deposito bagagli. Sembra più facile emettere un’ordinanza che creare servizi che permettano di ridurre il disagio dei senzatetto e rendere la nostra città più “pulita”, oltre che più solidale». (d.b.)

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